Allevatore, judoke e maestro arti marziali: in Mongolia domani si vota per il presidente

Allevatore, judoke e maestro arti marziali: in Mongolia domani si vota per il presidente
25 giugno 2017

I cittadini della Mongilia domani si recano alle urne per scegliere il nuovo presidente tra un allevatore di cavalli, uno judoka e un maestro di feng-shui, dopo una campagna elettorale macchiata da scandali e da una retorica nazionalista. In un Paese con un sottosuolo ricco di risorse minerarie e con una popolazione ancora molto povera, gli scandali che stanno investendo la classe politica suscitano disillusione a oltre 25 anni dall’uscita dall’orbita sovietica. “Siamo obbligati a scegliere tra il meno peggio dei tre”, ha sottolineato Dugersurengiin Sukhjargalmaa, militante per un’associazione per l’uguaglianza di genere. Il presidente uscente Tsakhia Elbegdorj non si ripresenta, perché ha già fatto due mandati quadriennali. E’ espressione del Partito democratico, passato all’opposizione dopo che il Parlamento è finito nelle mani del Partito del popolo mongolo. Il suo successore sarà scelto tra i candidati di questi due partiti e di una terza formazione, il Partito rivoluzionario del popolo mongolo. Se non ci sarà un chiaro vincitore, si dovrà tenere il ballottaggio. E sarebbe la prima volta per questa giovane democrazia. Il candidato della maggioranza parlamentare, Mieygombo Enkhbold, è un ex primo ministro che è accusato di aver tentato di vendere posti pubblici in un presunto schema corruttivo da 25 milioni di dollari. Enkhold, un allevatore di cavalli, è arrivato a pubblicare il suo albero genealogico per dimostrare di non avere sangue cinese, in un’elezione che è stata anche segnata da un forte sentimento anticinese. Il suo rivale del Partito democratico, Khaltmaa Battulga, è accusato di detenere conti all’estero. Si tratta di un immobiliarista che è stato in passato presidente dell’associazione nazionale di judo. Il terzo candidato, Sainkhuu Ganbaatar, avrebbe invece accettato 40mila euro in dono dalla setta del sudcoreano reverendo Moon. E’ un maestro di feng-shui. Gli scandali hanno deviato l’attenzione dal tema più importante per i mongoli: il paese, con 3 milioni di abitanti, negli ultimi anni ha subito gli effetti della caduta del prezzo del rame, una delle principali risorse minerarie del paese. La crescita è caduta lo scorso anno all’1 per cento, molto lontano del 17 per cento del 2011. La disoccupazione ha toccato il 9 per cento della popolazione attiva. Il futuro presidente potrà far conto anche su un piano di aiuti internazionali, parzialmente finanziato dal Fondo monetario internazionale, da 5,2 miliardi di euro.

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