Banche brindano in Borsa a happy end sulle venete, Intesa +3,5%

Banche brindano in Borsa a happy end sulle venete, Intesa +3,5%
26 giugno 2017

Un “happy end” per il sistema bancario italiano, che vede rimosso il rischio sistemico ed evita loro di dover pagare un conto salato tramite il Fondo di risoluzione, ma soprattutto un “successo” per Intesa Sanpaolo. A Piazza Affari le banche brindano al perfezionamento dell’operazione di salvataggio delle venete e gli analisti, pressochè all’unanimità, promuovono la soluzione di una liquidazione ordinata e il venir meno di un significativo elemento di incertezza, che aveva pesato sulle recenti performance borsistiche. A Milano (Ftse Mib +0,81%), che pur ha dimezzato i guadagni sul finale in scia al rallentamento di Wall Street, sotto i riflettori Intesa Sanpaolo (+3,52% a 2,708 euro) che ha firmato con i commissari liquidatori della Popolare di Vicenza e Veneto Banca il contratto di acquisto, al prezzo simbolico di un euro, delle attività sane dei due istituti, che non avrà alcun impatto sui ratio e sulla politica dei dividendi del gruppo. Forti acquisti anche su Banco Bpm (+3,79%), Mediobanca (+2,84%), Bper (+2,63%) e Unicredit (+2,22%). Fuori dal paniere principale, sugli scudi Banca Intermobiliare (+13,77%), controllata di Veneto Banca non acquisita da Intesa e che ora i commissari dovranno valorizzare.

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Se l’operazione è un “happy end” per il sistema bancario, come ha scritto Credit Suisse, gli analisti sono tutti d’accordo nel sostenere che si tratti anche di “un buon affare” per il gruppo guidato da Carlo Messina. “Ci sembra che i termini dell’intervento siano ancora più favorevoli per Intesa di quanto ipotizzato finora”, è il commento di Equita Sim. Mediobanca Securities, secondo cui Intesa “sta facendo una grande operazione dal punto di vista finanziario” e per cui non vede alcun rischio di diluizione del Cet1 e nessuna necessità di tagliare i dividendi, ha alzato il target price sull’istituto da 2,6 a 2,75 euro. Rivisto al rialzo da 2,8 a 3 euro il prezzo obiettivo da parte di Banca Akros. Il rischio di esecuzione del deal, sostiene infine Citigroup, “è limitato”. Intesa Sanpaolo, comunque, ha precisato che il contratto dell’acquisizione delle due venete include una clausola risolutiva, che prevede la sua inefficacia nel caso in cui il decreto legge non fosse convertito in legge o fosse convertito con modifiche o integrazioni tali da rendere più onerosa per la banca l’operazione.

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