Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, è disponibile a ragionare sull’Irpef, ma solo “collegando l’evasione fiscale con l’abbassamento delle aliquote con un vincolo di destinazione”. Intervenendo al congresso della Cisl, Calenda ha detto che “sono pronto a confrontarmi e anche a cambiare idea”, ma “serve un vincolo di destinazione tra recupero dell’evasione e un intervento sull’Irpef”. Tuttavia, per il ministro “bisogna avere una strategia: se abbiamo un euro disponibile, salvo situazioni di disagio, lo investo sulla povertà e rafforzo gli ammortizzatori sociali. Ogni altro euro lo metto su crescita strutturale del lavoro e degli investimenti”. Calenda ha ricordato che il bonus degli 80 euro “non è l’intervento che ho più apprezzato in termini di crescita, era una cosa positiva importante per l’equità. Per la crescita è meglio il taglio strutturale del cuneo sui giovani”. Insomma, per Calenda la strada giusta è quella di “defiscalizzare in primo luogo gli investimenti e poi il costo del lavoro”. Certo, anche l’Irpef ha un “peso significativo”, ma “le risorse sono quelle che sono – ha aggiunto – io sceglierei la defiscalizzazione e lavorare su premi produttività e alleggerimento del cuneo fiscale e contributivo.
Se c’è un euro – ha concluso – lo investo sulle situazioni di povertà e sugli ammortizzatori sociali. Ogni altro su lavoro e investimenti. E’ l’unica strategia per creare sviluppo vero e di lungo periodo”.