Si è ferito da solo. Conficcandosi nella mano la lama di coltello che gli ha trapassato il palmo da parte a parte. Lo ha fatto di nascosto, rinchiuso nel bagno del convoglio di Trenord dove lavorava come capotreno. L’aggressione denunciata mercoledì scorso da Davide Feltri, 45 anni, in servizio sul treno delle 7 del mattino diretto da Piacenza a Milano, non è mai avvenuta. “Mi sono inventato tutto”, ha confessato agli inquirenti lodigiani. Il controllore aveva raccontato di essere stato accoltellato da uomo di colore, molto probabilmente un africano, fornendo agli investigatori una descrizione dettagliata del suo aggressore. Secondo la sua versione iniziale, sarebbe riuscito salvarsi proteggendosi l’addome con la mano. Soltanto nelle ultime ore ha ammesso di essersi auto-accoltellato. Ora è indagato per calunnia e simulazione di reato. La finta aggressione aveva suscitato una forte reazione da parte di tutti i lavoratori di Trenord. Al punto da spingere tutte sigle sindacali a proclamare uno sciopero lunedì 24 luglio di cinque ore. Con macchinisti, personale di bordo, addetti alle biglietterie e assistenti alla clientela che hanno incrociato le braccia dalle 7 alle 17 per chiedere più sicurezza sui treni. Una sorta di sciopero generale che ha registrato adesioni altissime, con percentuali vicine al 100%, secondo gli organizzatori. Sempre lunedì 24 luglio, nel pomeriggio, c’è anche stata una riunione in Prefettura del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Durante il vertice, convocato dal prefetto Luciana Lamorgese, sono state valutate alcune opzioni, come quella di predisporre tornelli in tutte le stazioni ferroviarie lombarde considerate a rischio. Ma Davide Feltri, nonostante tutto, trova una giustificazione: “Viaggiava sempre sempre biglietto. Più volte mi aveva insultato e minacciato. Ero esasperato”.
Quindi, da qui è scattata la denuncia del controllore di Trenord a un ghanese sorpreso senza biglietto e che oggi, come detto, ha confessato di essersi inventato tutto. Una messainscena, ha spiegato il 45enne agli inquirenti lodigiani, dovuta ai numerosi litigi avuti in passato con il giovane che viaggiava sulla tratta Piacenza-Milano sempre sprovvisto del titolo di viaggio. La finta aggressione risale a mercoledì scorso. Il controllore, in servizio su un convoglio diretto da Piacenza a Milano, è stato trasportato all’ospedale di Codogno con una lama di coltello conficcata nel palmo della mano. Agli inquirenti ha raccontato di essere stato aggredito da un giovane di colore, molto probabilmente di origini africane, fornendo una descrizione dettagliata del presunto assalitore. Quando gli investigatori gli hanno mostrato alcune foto segnaletiche di abituali frequentatori di quella tratta ferroviaria, non ha avuto dubbi: “E stato lui”, ha assicurato indicando l’immagine di giovane ghanese. Il fermo del presunto aggressore è scattato la sera stessa di mercoledì: le forze dell’ordine lo hanno sorpreso in stazione e, siccome era senza documenti, lo hanno portato in Questura per le procedure di identificazione. E’ stato rilasciato quella stessa sera per assenza di riscontri oggettivi con la versione fornita dal controllore. Un racconto apparso subito contraddittori. Ad alimentare i sospetti degli inquirenti anche l’analisi delle telecamere di sicurezza della Stazione di Santo Stefano Lodigiano. Stando a quanto raccontato dal controllore, è lì che l’aggressore, approfittando della bassa velocità, sarebbe sceso dal convoglio facendo perdere le proprie tracce. Ma nei filmati non si vede nessuno scendere dal treno. E’ servita una settimana di indagini per smascherare il controllore. Messo con le spalle al muro, ha ammesso: “Mi sono inventato tutto”. Ora è indagato per calunnia e simulazione di reato. Nel frattempo, però, lunedì scorso il traffico ferroviario in Lombardia è rimasto paralizzato per lo sciopero dei lavoratori Trenord che hanno incrociato le braccia dalle 7 alle 17 per chiedere più sicurezza sui treni e nelle stazioni della Regione.