La polizia catalana sta dando la caccia a un diciassettene che potrebbe essere l’autore del massacro di ieri pomeriggio sulle Ramblas di Barcellona, dove un furgone lanciato sulla folla ha ucciso 13 persone, tra cui due italiani, ferendone oltre 130. Si tratta di Moussa Oukabir, marocchino, incensurato, che viveva fino a ieri con i genitori a Ripoll, nella regione autonoma del nordest della Spagna. Tuttavia, ha avvertito il capo dei Mossos de’Esquadra, il maggiore Josep Luis Trapero, l’identità del guidatore del furgone non è stata ancora accertata. Stanotte un nuovo tragico attacco, con tutta probabilità collegato a quello di Barcellona, ha avuto luogo a Cambrils, cittadina costiera nei pressi di Tarragona dove un’auto con a bordo cinque uomini, che indossavano finte cinture esplosive, si è lanciata tra la gente sul lungomare, uccidendo una donna e ferendo altre sei persone. La polizia ha abbattuto i cinque, che ipotizza facciano parte di un’unica cellula terroristica con Oukabir e le quattro persone arrestate tra ieri e oggi. Tra i quattro, nessuno dei quali ha precedenti per terrorismo, c’è Driss, il fratello maggiore di Moussa, i cui documenti sono stati usati per noleggiare il furgone della strage.
Oggi in plaza de Catalunya, nel cuore di Barcellona, si è riunita una grande folla per commemorare le vittime alla presenza del re Felipe VI e del premier Mariano Rajoy. Al termine è partito un applauso spontaneo e il grido “no tinc por” (non ho paura). Ma le azioni collegate che hanno colpito la Catalogna, con una tecnica già usata a Nizza, a Londra e a Berlino – una vettura lanciata a tutta velocità contro la gente -, hanno fatto ripiombare l’Europa nell’incubo terrorismo. Sono quattordici le vittime finora accertate tra Barcellona e Cambrils e, come era già trapelato nella serata di ieri, ci sono anche cittadini italiani tra di loro: l’Unità di Crisi della Farnesina ha infatti confermato che due connazionali hanno perso la vita e tre sono rimasti feriti. Le generalità non sono state diffuse, ma le conferme sono arrivate dalle famiglie: si tratta di Bruno Gulotta e Luca Russo. Il primo, 35 anni, era in vacanza con la famiglia e la moglie e i figli, un bambino di sei anni e una bambina di sette mesi, hanno assistito al momento in cui è stato falciato dal furgone. Il secondo viveva a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, ed era nella città catalana con la fidanzata, rimasta ferita, ma non in gravi condizioni. Con loro sono rimaste colpite dall’attentato persone di 34 nazionalità diverse: la più piccola una bambina spagnola di tre anni.
Tra i quattro arrestati finora c’è un uomo coinvolto in un’epslosione ieri mattina ad Alcanar, nei pressi di Tarragona, dove una persona è rimasta uccisa nello scoppio avvenuto in un appartamento dove si sarebbero trovate molte bombole di butano. E’ un fatto che ha “legami chiari” con l’attentato di Barcellona secondo quanto ha riferito il maggiore Trapero: l’ipotesi investigativa è che la cellula terroristica stesse pianificando un attentato bomba a Barcellona. Gli inquirenti ritengono inoltre che a Cambrils gli assalitori abbiamo reagito dopo essere fuggiti a un posto di blocco, mentre il loro vero obiettivo fosse, ancora una volta, Barcellona. Mentre i leader mondiali si sono mostrati unanimi nel condannare le violenze, Amaq – l’agenzia di propaganda dell’Isis – ha sostenuto che uno dei suoi “soldati” ha messo a segno l’azione di Barcellona. Carles Puigdemont, presidente della Catalogna, ha avvertito che il sospetto ancora in fuga è potenzialmente molto pericoloso, ricordando “che questo genere di persone ha sempre dimostrato di voler far del male, qualunue cosa accada”. La polizia catalana sta infatti cercando di capire se c’è un collegamento tra l’attacco di Barcellona e un episodio accaduto ieri pomeriggio a Sant Just Desvern, nella periferia del capoluogo catalano. Un’auto ha sfondato un posto di blocco nella cittadina nei pressi di Barcellona e gli agenti hanno reagito aprendo il fuoco. A bordo è stato rinvenuto il cadavere di un uomo, che si pensava fosse stato ucciso dalla polizia.
Stamani l’autopsia ha rivelato che l’uomo non è stato colpito dai proiettili, ma era stato pugnalato ed era già morto quando l’auto ha superato il blocco. Inoltre non era seduto al posto di guida. Gli inquirenti pensano che al volante dell’auto potesse esserci l’assalitore di Barcellona, che non avrebbe esitato a uccidere il proprietario dell’auto per fuggire. La Spagna, la terza destinazione turistica più popolare al mondo, era finora stata relativamente risparmiata dalla recente ondata di attacchi terroristici che hanno scosso invece Francia, Belgio e Germania. Il Paese ha conosciuto un’escalation di arrivi da quando altre destinazioni molto in voga – come ad esempio Tunisia ed Egitto – sono state un po’ abbandonate proprio per la minaccia jihadista. Ma il Paese nel marzo 2004 è stato colpito da quella che ancora oggi è la strage più grave mai avvenuta in Europa: a Madrid le bombe esplose sui treni pendolari da estremisti legati ad al Qaida provocarono 191 morti. Il Paese ha inoltre convissuto con lunga campagna di violenza portata avanti dai separatisti baschi dell’Eta, che nel 2011 hanno proclamato un cessate-il-fuoco unilaterale. La Catalogna ha la più alta concentrazione di fondamentalisti islamici radicalizzati nel Paese insieme con Madrid e le enclavi di Ceuta e Melilla, alla frontiera con il Marocco.
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