La tempesta tropicale Harvey sta colpendo il Texas da venerdì causando inondazioni in buona parte del sud est dello stato. In questo momento la zona più colpita è quella di Houston, nella cui area metropolitana vivono sei milioni di persone. In tutto sono caduti 94 centimetri di pioggia nell’area costiera dello Stato e 76 centimetri a Houston. Le autorità segnalano tre morti accertati, mentre altri sei decessi sono potenzialmente legati alle alluvioni. Più di 30.000 persone si trovano in rifugi forniti dalle autorità e solo nella città di Houston sono state salvate 3.5000 persone. Il numero degli sfollati è imprecisato, ma si tratta di centinaia di migliaia di cittadini. Le assicurazioni stimano che Harvey abbia provocato danni per almeno 42 miliardi di dollari. Ma sembrano più attendibili le stime che parlando di perdite economiche tra 30 e i 100 miliardi di dollari in quanto la maggior parte dei danni non sono coperti dalle assicurazioni perché le coperture sulle alluvioni sono molto costose e difficili da ottenere. In tutto lo stato ci sono 450.000 persone che potrebbero chiedere aiuti al governo e allo stato federale. “Probabilmente non c’e’ mai stato nulla di cosi’ costoso nella storia del nostro Paese”, ha detto il presidente Donald Trump in visita a Austin, in Texas, lo stato messo in ginocchio dall’uragano Harvey. “La cosa triste e’ che sara’ di lungo termine. Non c’e’ mai stato nulla di cosi’ lungo. Nessuno ha mai visto cosi’ tanta acqua”, ha osservato Trump parlando al dipartimento del Texas che coordina le emergenze.
Intanto, la più grande raffineria degli Stati Uniti ha deciso di ridurre al 60% la sua capacità produttiva, colpa della tempesta tropicale Harvey che sta mettendo in ginocchio il Texas con le sue piogge incessanti. Si tratta di Motiva, controllata dal gigante pretolifero saudita Saudi Aramco; si trova a Port Arthur, a metà strada tra Houston e Baton Rouge (Louisiana) e può produrre circa 600mila barili di greggio al giorno. Ciò significa che intorno ai 240mila barili di petrolio al giorno non verranno prodotti. In una nota, Motiva ha spiegato che le sue attività restano stabili ma ci sono problemi significativi nell’ottenere il petrolio e il carburante necessario a causa dei problemi che Harvey ha provocato al sistema di trasporti e a quello degli oleodotti. “Sebbene la raffineria stia gestendo la presenza di un po’ di acqua nell’impanto e gli allagamenti su strada in precise zone, i nostri dipendenti stanno facendo sforzi straordinari per permettere a Motiva di continuare a fare funzionare la raffineria in sicurezza”, ha spiegato l’azienda. Gli analisti non escludono che sia costretta a chiudere completamente i battenti insieme ad altre raffinerie presenti a Port Arthur e nella vicina area intorno a Beaumont. Questo perché Harvey si prepara a colpire di nuovo il suolo americano dopo averlo fatto venerdì scorso nel Sud del Texas, vicino a Corpus Christi. Domani la sua forza dovrebbe abbattersi più a Est del Lone Star State, vicino al confine tra Texas e Louisiana. La seconda più grande raffineria della nazione – quella dell’americana Exxon Mobil a Baytown, vicina a Houston – è stata chiusa. E’ tra le otto che hanno fermato completamente la propria attività e secondo Morningstar altre 11 potrebbero rischiare la paralisi.