Moody’s rivede al rialzo le stime di crescita dell’economia italiana. L’agenzia internazionale di rating stima per il 2017 e il 2018 una crescita del Pil dell’1,3%, contro lo 0,8% e l’1% previsti in precedenza. A sostenere il miglioramento delle stime sull’Italia, spiega il Global macroeconomic outlook di Moody’s, sono sostanzialmente “la politica monetaria e di bilancio e una ripresa piu’ forte nell’Ue”. Nel complesso la stima e’ di una crescita del 2,1% nell’Eurozona per il 2017 e dell’1,9% nel 2018, dopo il +1,6% del 2016. “I robusti indicatori – spiegano gli esperti dell’agenzia parlando dell’Ue – suggeriscono che la crescita subira’ un’accelerazione per il resto dell’anno, mentre l’indice di fiducia dei consumatori si attesta al top da 16 anni e fa ben sperare per una ripresa sostenuta dai consumi”. Riviste al rialzo anche le stime di crescita di Germania, al 2,2% e al 2%, e Francia, all’1,6% per il biennio 2017-18 dall’1,3% e dall’1,4%. Immediate le reazioni politiche alle nuove stime, complici anche i dati positivi sull’andamento del fatturato nei servizi dell’Istat (che aumenta dello 0,7% rispetto al primo trimestre 2017) e sulla fiducia dei consumatori nella zona euro (con l’Italia al top). Dati, questi ultimi, sottolineati e rilanciati anche dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: “Istat, Ue. Risultati positivi fanno crescere fiducia nella nostra economia. Impegno perche’ piu’ fiducia significhi piu’ lavoro”, scrive su Twitter. A incassare il successo per Moody’s c’e’ innanzitutto il Pd, mentre dall’altra parte della ‘barricata’, Forza Italia e Udc prendono le distanze e parlano di una “strumentalizzazione dei numeri” da parte del Governo. Tra le prime voci del Pd a commentare ‘a caldo’ le nuove stime c’e’ Matteo Renzi, che su Facebook scrive: “Cio’ che abbiamo costruito in questi anni sta finalmente dando frutti per l’Italia. Il tempo e’ galantuomo, il tempo gioca con la nostra stessa maglia. Ma adesso noi per primi dobbiamo guardare #avanti. Avanti, insieme”.
Per Ernesto Carbone si tratta di “risultati confortanti”, di chi, come il Pd e i governi Renzi e Gentiloni, ha sostenuto la crescita contro “la decrescita felice” auspicata dal M5S. “Tutti gli indicatori – afferma il responsabile sviluppo del Partito democratico – dicono che le riforme e in generale le politiche adottate dal governo Renzi e poi proseguite da quello Gentiloni stanno ottenendo importanti risultati che dovranno essere ulteriormente rafforzati e stabilizzati”. Sulla stessa lunghezza d’onda Debora Serracchiani (“Pil, l’Italia conferma il segno +. Riforme realizzate dai governi Pd hanno rilanciato la crescita con cui e’ possibile ridurre le diseguaglianze”), Matteo Colaninno (“Il merito, oltre che di un clima internazionale ed europeo molto piu’ favorevole, e’ delle riforme che i Governi Renzi e Gentiloni hanno voluto tenacemente e coraggiosamente portare avanti”), Gianfranco Librandi (“Pil e turismo: resta molto da fare ma e’ innegabile che l’Italia italiana sia in ripresa”), Alessia Rotta (“Tutto questo dimostra la validita’ delle riforme avviate prima nei mille giorni dal governo Renzi e proseguite poi da quello Gentiloni”) e altri ancora. Di ben altro tenore i commenti dei forzisti Daniela Santanche’ (“Non credo che l’Italia dovrebbe farsi influenzare dai giudizi di Moody’s) e Lucio Malan (“Siamo alle solite: un Governo che strumentalizza dei numeri velatamente positivi per sponsorizzare la propria causa”. Per il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, poi’, “pensare che Moody’s possa certificare l’uscita dalla crisi dell’Italia e’ un errore e non corrisponde al vero, viste le condizioni di disagio economico e sociale in cui versano ancora molti italiani. Se poi per l’Italia c’e’ stata una timida ripresa, il merito non e’ certo delle riforme varate dal Pd, ma piuttosto delle sagge politiche economiche operate dalla Bce di Mario Draghi”.