Vicino, ma non troppo: “Florence”, il più grande asteroide ad avvicinarsi al nostro pianeta da un secolo a questa parte, passerà domani a una distanza minima di circa 7 milioni di chilometri dalla Terra, come annunciato dall’Agenzia spaziale statunitense (Nasa). Scoperto nel 1981 e battezzato in onore di Florence Nightingale, ha un diametro di circa 4,4 chilometri: il passaggio ravvicinato – il più ravvicinato dal 1890 e secondi i calcoli fino al 2500 – permetterà agli astronomi di studiarne le caratteristiche e di mapparne la superficie. Secondo le stime dell’Agenzia Spaziale Europea il 99% degli asteroidi di grandi dimensioni – di diametro superiore al chilometro – è oramai stato identificato, ma il rischio maggiore lo pongono gli asteroidi più piccoli – di diametro inferiore ai 50 metri – di cui ne esistono almeno un milione, un decimo dei quali con un’orbita tale da incrociare potenzialmente quella terrestre. Le previsioni su quali oggetti possano in futuro rappresentare un pericolo è molto difficile, così come ogni eventuale intervento dato lo scarso preavviso: a causa della bassa albedo (capacità di riflessione) della loro superficie gli asteroidi sono di norma virtualmente invisibili agli strumenti ottici a meno di non passare davanti a un corpo luminoso, e troppo piccoli per causare effetti gravitazionali osservabili. La collisione di un asteroide di dimensioni significative (oltre 45 metri di diametro) è comunque un evento raro – circa tre ogni mille anni – ma potenzialmente in grado di causare gravi disastri naturali: nonostante la massa relativamente piccola infatti l’alta velocità di impatto rilascia un’energia equivalente a quella di numerose testate nucleari. Al momento la Nasa ha identificato cinque oggetti sufficientemente massicci da costituire un rischio e con una possibilità di collisione superiore a una su un milione: in particolare vengono tenuti d’occhio un asteroide del diametro di 130 metri con una probabilità su tremila di colpire la Terra nel 2048 e soprattutto “Apophis”, con una possibilità su 43mila di collisione nel 2029 e nei successivi passaggi del 2036, 2037 e 2069.