Alta tensione tra Gran Bretagna e l’Ue. Il ministro britannico responsabile della Brexit, Davide Davis, ha denunciato “pressioni” da parte di Bruxelles su Londra per risolvere il problema finanziario del divorzio, evidenziando progressi compiuti altrove nei negoziati. Il negoziatore principale dell’Unione europea, Michel Barnier “si preoccupa che non riceverà una risposta sul problema dei soldi”, ha dichiarato il ministro Davis. “Ma non permetterò che questa pressione sui termini ci obblighi a fare qualcosa”, ha concluso Davis. Alla fine del terzo ciclo di colloqui, giovedì scorso, Michel Barnier si era detto rammaricato che il Regno Unito non si fosse considerato “giuridicamente obbligato ad onorare alcuni degli impegni finanziari”. Intanto è giallo su un pagamento che il premier Theresa May avrebbe fatto a Bruxelles proprio per chiudere la partita Brexit. la May avrebbe accettato in segreto di pagare all’Ue 50 miliardi di sterline (54,5 miliardi di euro) per chiudere il divorzio di Londra da Bruxelles deciso dal referendum sulla Brexit il 23 giugno del 2016. In particolare si trattera’ di rate di 7,6 e 18,5 miliardi di euro all’anno per 3 anni per estinguere il debito entro il 2022, data delle prossime elezioni legislative. Voto cui – ottimisticamente – May pensa di ripresentarsi continuando a guidare i conservatori, incurante del particolare che a ottobre e’ previsto il congresso dei Tory dove scorrera’ il sangue. Sono in molti ad attenderla al varco per farle pagare per la disastrosa decisione (8 aprile) di andare ad elezioni anticipate, per aver maggiore forza contrattuale con Bruxelles. Elezioni dell’8 giugno in cui ha perso la maggioranza assoluta ai Comuni, retrocedendo da 330 seggi su 650 (maggioranza e’ di 326 deputati), a soli 316. Cosa che l’ha costretta ad un’alleanza bizzarra con gli unionisti nordirlandesi del Dup.
Un fallimento mascherato male da quasi vittoria. Se l’intesa trovasse conferma sarebbe estremamente vantaggiosa per Londra perché l’Ue ha chiesto 100 miliardi di euro a Londra per portare a termine il processo di divorzio entro marzo del 2019, due anni dopo l’avvio dell’art. 50 del Trattato di Lisbona che regola le procedure di separazione tra i Ventotto, tra due ani Ventisette. Intanto, la prossima tornata di negoziati fra i rappresentanti dell’Unione europea e quelli britannici sulla Brexit potrebbe slittare all’ultima settimana di settembre, anziche’ svolgersi come previsto in quella precedente. Secondo il negoziatore parlamentare Guy Verhofstadt, il rinvio e’ dovuto al fatto che il prossimo 21 settembre e’ in programma un “intervento importante” del primo ministro inglese Theresa May. E per protestare contro la Brexiti, un deputato europeo del partito conservatore britannico, Charles Tannock, ha annunciato di aver chiesto la cittadinanza irlandese per protestare contro “l’arroganza” dei tories guidati da Theresa May. Eletto all’Europarlamento da oltre 18 anni per la circoscrizione di Londra, durante il referendum sulla Brexit Tannock aveva fatto campagna per restare nell’Unione Europea e oggi dice di “vergognarsi per molti aspetti” di essere britannico. “Volevo sentirmi pienamente europeo e essere rassicurato che rimarra’ un cittadino dell’Ue”, ha detto Tannock all’Irish Times per spiegare la decisione di chiedere la cittadinanza: “credo che si possa essere leali a piu’ di un solo paese. Mi piace essere europeo, mi piace essere irlandese, mi piace essere britannico e non vedo alcuna incompatibilita’”. Tannock ha spiegato di sentirsi “molto meglio psicologicamente” dopo aver ottenuto il passaporto irlandese.