A tavola la sfida del novel food in arrivo anche in Italia

11 settembre 2017

La prima è stata la Svizzera a sdoganare nei fast food l’utilizzo di larve, cavallette e insetti affini per i burger e le polpette. E presto le nuove pietanze provenienti in particolare da Asia, America Latina e Africa potranno trovare spazio nei menù dei ristoranti italiani, quando diventeranno operative in Europa una serie di norme approvate nel novembre 2015 sul regolamento del “novel food”. I nuovi alimenti – non solo insetti ma anche verdure e spezie – sono diventati per alcuni una moda, tanto che la Società Umanitaria di Milano ha calcolato che quasi la metà degli italiani sarebbe favorevole alla loro introduzione nelle nostre tavole.

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Ma alla base di questi processi innovativi nell’alimentazione, troviamo obiettivi più nobili, come spiega Marinella Trovato, segretario generale di Siste, l’associazione fondata nel 2001, che si occupa dell’impiego nei prodotti per la salute ed il benessere di piante medicinali, aromatiche e da profumo. “La sfida è quella di nutrire il maggior numero di persone utilizzando gli alimenti che abbiano le più alte capacità nutritive, cercando di distribuire questo tipo di alimentazione anche alle popolazioni che in questo momento hanno dei problemi dal punto di vista nutrizionale. Quindi cercare di fare in modo che la globalizzazione anche in termini di alimenti possa essere la più equa e solidale possibile, cercando di coprire tutti i fabbisogni”. 

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Quello del novel food è un settore in grande evoluzione, molto dinamico. “Che poi dietro ci sia un po’ di moda o di suggestione rispetto all’utilizzo di alimenti esotici pensando di trovare qualche soddisfazione maggiore può dare, però dietro c’è un business interessante e una necessità di soddisfare dei fabbisogni alimentari anche da parte di popolazioni che oggi hanno dei problemi dal punto di vista nutrizionale. Un nuovo alimento può dare anche delle risposte in questo senso”. Da Siste comunque arrivano le rassicurazioni: il food “made in Italy” non corre rischi: “Può essere made in Italy anche il nuovo alimento. Il pomodoro è un nuovo alimento, è un alimento americano, non è nato in Italia, è stato sviluppato in Israele e poi è arrivato in Italia e oggi è un prodotto della tradizione culinaria italiana ed è un prodotto importantissimo per la nostra agricoltura. È solo un esempio e come il pomodoro ce ne possono essere tanti altri”.

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