Arriva Rosatellum bis. Fi pronta al sì, no dai Cinquestelle e Mdp

Arriva Rosatellum bis. Fi pronta al sì, no dai Cinquestelle e Mdp
La Camera dei deputati
21 settembre 2017

Quello che è stato recapitato da Arcore al Nazareno è un “si può ragionare”. Non pienamente un sì, ma in fondo ci somiglia. E tanto basta, per il momento. Berlusconi “apre” al Rosatellum bis, la nuova proposta di legge che oggi in commissione Affari costituzionali il relatore dem Emanuele Fiano proporrà di adottare come testo base. Un sistema che prevede che 231 deputati vengano eletti in collegi uninominali maggioritari e i restanti in modo proporzionale attraverso listini bloccati corti di due-quattro nomi. Una proposta che piace, e molto, alla Lega anche perché le consente di sfruttare al massimo il proprio radicamento sul territorio al Nord. “Ho consultato tutti. C’è la radicale contrarietà di M5s e Mdp. Per il resto – spiega Fiano alla vigilia – il quadro è possibilista e positivo sulla possibilità di dare una legge elettorale al paese. Ci auguriamo che l’arco dei partiti sia il più ampio possibile”. Appunto, la radicale contrarietà di grillini ed ex scissionisti Pd. I pentastellati l’hanno già ribattezzata “anticinquestellum”. “Pretendono di approvare – affermano i deputati – una legge elettorale contro e senza il primo movimento del Paese”. Il testo, infatti, prevede la possibilità di coalizzarsi nell’uninominale e con la quota proporzionale tende a favorire chi ha più radicamento sul territorio. Due caratteristiche in cui il M5s non rientra. La proposta dovrebbe inoltre stabilire il divieto di voto disgiunto, differenziandosi anche in questo dal Mattarellum. Anche Mdp attacca. Pierluigi Bersani, infatti, sostiene che si tratta di un “orgasmo per il trasformismo” che contribuirà a creare un Parlamento di nominati.

E se c’è qualcuno che prova a paragonarla alla legge che portava il nome dell’attuale presidente della Repubblica “o è in malafede – dice – o è fuori come un balcone”. La presentazione della proposta ha invece l’effetto di far calare la tensione in casa Pd. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, apre. “Noi consideriamo che il Rosatellum bis – spiega – sia un passo in avanti, frutto anche della nostra iniziativa di sollecitazione a riprendere in mano la legge” anche se “auspichiamo un’accentuazione del carattere maggioritario”. Una posizione che viene bocciata da Bersani che recupera la famigerata “mucca nel corridoio” di cui la minoranza dem secondo lui non si starebbe accorgendo facendo prevalere i propri interessi. A questo punto resta il grande nodo della tenuta politica dell’accordo. Lo stesso tema dell’affidabilità di Renzi sarebbe stata affrontata durante il vertice ad Arcore in cui Silvio Berlusconi ha riunito i capigruppo, Renato Brunetta e Paolo Romani. Ma anche tra gli azzurri ci sarebbero divergenze: Gianni Letta avrebbe espresso qualche perplessità mentre Ghedini la considererebbe una opportunità da cogliere. Nell’incontro preponderante sarebbe stata l’idea che questa proposta sia comunque meglio del Consultellum. Nel soppesare i pro e i contro, il Cavaliere ha valutato il fatto che in questo modo sarà costretto a sedersi a tavolino con gli alleati (cosa che si sarebbe volentieri risparmiato) per spartirsi i collegi. Ma ci sono due vantaggi non indifferenti: il primo è che potrà sostanzialmente scegliere la pattuglia che manderà in Parlamento, il secondo è più importante è l’obiettivo di arginare il M5s che per lui, come ha dimostrato anche nel suo intervento di Fiuggi, è al momento prioritario.

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