Pochi emendamenti, ma molte bandierine politiche piantate. Martedì si comincia a votare sul Rosatellum bis, la proposta che – con il suo sistema misto di collegi uninominali (36%) e proporzionale (64%) – ha il sostegno di Pd, Lega, Forza Italia e Alternativa popolare. Le proposte presentate sono soltanto 231, tanto da prefigurare un percorso in commissione abbastanza rapido. “Ci sono tutte le condizioni per lavorare bene”, “c’è un clima diverso rispetto all’inizio dell’iter sul tedeschellum”, sostiene il presidente della Affari costituzionali, Andrea Mazziotti. I partiti che sostengono il testo si sono impegnati a presentare modifiche solo tecniche che non intaccano l’impianto. Ma quelli che si oppongono provano a scardinare la legge con emendamenti mirati che toccano i nodi più “sensibili”: d’altra parte dal 10 ottobre il Rosatellum comincerà il suo viaggio nell’aula di Montecitorio dove, sui voti segreti, potrebbero materializzarsi quei franchi tiratori che già affossarono il tentativo di accordo di questa estate. Da Mdp, M5s e Sinistra italiana arrivano emendamenti che mirano alla reintroduzione delle preferenze, a eliminare le pluricandidature, a introdurre il voto disgiunto. I grillini propongono anche una modifica per riproporre il sistema tedesco tout court (che potrebbe fare gola sia alla sinistra che a Forza Italia).
Ma è soprattutto una norma, già ribattezzata anti-Berlusconi – a far discutere. I pentastellati – magari sperando di far breccia in frange del Pd ma anche di Lega e Fdi – chiedono infatti che non possa essere indicato come capo politico chi, alla data della presentazione delle liste, non risulti essere candidabile. Una proposta che sembra cucita addosso al leader azzurro, come noto dichiarato decaduto dal Senato in virtù della legge Severino in seguito a una condanna in via definitiva per frode fiscale. Forza Italia insorge. Il M5s – dice Brunetta – “si conferma una forza anti-democratica. Incapaci di tutto, sempre pronti al cabaret. Ridicoli”. Ma il capogruppo in commissione, Danilo Toninelli, respinge ogni accusa di norma contra personam. “Vietare di fare il premier ai condannati – scrive in un tweet dalla grammatica claudicante – non è anti Berlusconi ma è solo pro legalità”. D’altra parte, il M5s continua a ripetere che semmai è l’intera legge ad essere stata pensata per impedire loro la vittoria. “Questa nuova legge elettorale impedirà per sempre al Movimento 5 stelle di andare al governo”, sostiene il candidato premier, Luigi Di Maio. Anche Forza Italia – oltre ad alcuni emendamenti tecnici e per la parità di genere – ha presentato una norma cucita su Berlusconi, ma ovviamente con un obiettivo completamente diverso. E’ capo della coalizione, è scritto, il capo “della forza politica che ottiene il maggior numero di voti”. Chiaro messaggio a Matteo Salvini e Giorgia Meloni.