Il Giappone cerca collaborazione con l’Ue come potenza civile

Il Giappone cerca collaborazione con l’Ue come potenza civile
Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe e la moglie Akie Abe
3 ottobre 2017

In un contesto asiatico che vede un ruolo gradualmente meno dominante degli Stati uniti, il Giappone vede nell’Unione europea una potenza che può contribuire a mantenere alti gli standard su temi come diritti umani e ambiente. Ma l’Europa deve rimanere una forza liberale. L’ha spiegato oggi Ken Endo dell’Università dell’Hokkaido, uno dei principali esperti nipponici di rapporti tra Giappone ed Europa. Endo, invitato dall’Istituto affari internazionali, ha sottolineato nel suo intervento presso il think tank che una maggiore cooperazione tra Giappone e Unione europea è importante in un contesto in cui crescono forze populiste e autoritarie. “Io non penso che il Giappone ritenga che l’Unione europea possa avere un ruolo come potenza militare in Asia orientale. “Tuttavia bisogna pensare che le questioni che riguardano l’Asia orientale non sono solo relative alla Corea del Nord e ai suoi missili. Per esempio c’è l’ascesa della Cina. Ci sono molti temi, come il fatto che gli standard sui diritti umani, nelle questioni sociali, sull’ambiente vanno abbassandosi”, ha ricordato Endo, rispondendo alle domande di askanews. “Stati uniti e Gran Bretagna, in base ai risultati delle loro elezioni, sono abbastanza in confusione, Quindi il Giappone, per prima cosa, ha bisogno che l’Europa continui a restare liberale. Che non si allontani dagli standard socio-economici attuali. Non c’è, guardando in giro nel mondo, altro paese o teritorio che abbia questa forza. Serve che la dimostri”, ha sottolineato lo studioso nipponico.

Questa relazione potrebbe fare un balzo in avanti con la firma dell’EPA, il Partenariato economico Unione europea-Giappone, un accordo di libero scambio che, se firmato, andrebbe in controtendenza rispetto alle decisioni assunte dall’amministrazione Trump di fermare il Partenariato trans-Pacifico (TPP) da un lato e il Partenariato trans-Atlantico (TTIP) dall’altro. Questo mentre la Cina dispiega la sua nuova capacità geoeconomica, anche attraverso il grande progetto infrastrutturale “One Belt One Road” promosso dal presidente Xi Jinping. Endo non vede nell’eventuale attivazione dell’EPA un contrappeso alle politiche cinesi. Cionondimeno, considera questo eventuale accordo uno strumento importante. “La strategia ‘One Belt One Road’ è basata sugli investimenti. Il Parternariato Ue-Giappone è un’altra cosa: è uno strumento per fare commercio reciproco. Non è altro che un accordo di libero scambio di quelli che l’Ue fa anche con altri paesi”, ricorda lo studioso nipponico. “Però – continua – il Giappone è una società cresciuta su un’economia di libero mercato. Se mettiamo assieme queste due presenze prominenti nel mondo, Giappone ed Europa, qualcosa si può ancora fare, c’è un potenziale. Oggi il tema è il prezzo del formaggio, ma sviluppando questo rapporto su questioni come quelle della sicurezza, dell’ambiente, è possibile collaborare. Come piattaforma, è utile, ma non va pensata in contrapposizione alla Cina”.

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