Conto alla rovescia per l’approvazione della manovra per il 2018 composta dal decreto fiscale e dalla legge di Bilancio. Non c’è ancora la convocazione ufficiale del Consiglio dei ministri, ma sembrerebbe tornare l’ipotesi di un’approvazione in due tempi: questo domani dovrebbe incassare l’ok il decreto con le misure fiscali – nonostante l’assenza del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan impegnato con i lavori del Fondo Monetario a Washington – mentre tra domenica sera e lunedì mattina dovrebbe essere la volta della legge di Bilancio. Sempre per lunedì mattina il governo dovrebbe convocare i sindacati per un ulteriore confronto sul capitolo pensioni e lavoro. Anche su questo non c’è ancora l’ufficialità, ma il tavolo risponderebbe all’esigenza di un dialogo in vista del varo della manovra. Tra le ipotesi che circolano, ci sarebbe anche quella di un’accelerazione dell’approvazione del dl fiscale già questa sera. Gli uffici hanno avuto disposizioni di chiudere il provvedimento per oggi, ma questa strada sembrerebbe difficilmente percorribile perché proprio oggi la Camera è impegnata sulla legge elettorale La decisione di dividere il varo della manovra in due momenti separati anticipando l’ok al decreto è legata alla necessità di approvare e far entrare in vigore le misure fiscali a copertura di alcune norme della legge di bilancio prima del varo della legge stessa. Approvando i provvedimenti contestualmente si aprirebbero, infatti, problemi formali sulla stesura delle norme. Intoppi che negli anni passati hanno fatto sì che il testo della manovra vedesse la luce molti giorni dopo il passaggio in Cdm.
Al momento l’impianto illustrato da Padoan in Parlamento vede una manovra da 19,6 miliardi, di questi circa 11 miliardi dovranno essere assicurati dall’ulteriore flessibilità sul deficit concordata con Bruxelles e da 8,6 miliardi di risorse che il governo dovrà reperire (5,1 miliardi di maggiori entrate fiscali prevalentemente da lotta all`evasione e 3,5 miliardi da tagli di spesa). Gli 11 miliardi di ‘sconto’ sul deficit saranno utilizzati tutti per disinnescare in parte le clausole di salvaguardia sull’Iva (complessivamente servono 15,7 miliardi). La coperta resta, quindi, cortissima e al ministero dell’Economia è arrivato il tempo delle scelte. Il decreto, oltre a contenere parte delle copertura della manovra vera e propria, dovrebbe includere una nuova rottamazione delle cartelle e le spese per le missioni del 2017. Dovrebbe rientrare nel provvedimento anche la riapertura della definizione agevolata delle liti pendenti, la web tax, la cartolarizzazione dei crediti fiscali. Quanto alle misure sulla fatturazione elettronica non è ancora deciso se confluiranno in questo provvedimento o nella legge di Bilancio. Per quanto riguarda la manovra, il menù è ancora incerto. Si continua a lavorare a un alleggerimento del super-ticket di 10 euro, con un’abolizione graduale a partire dalle fasce di reddito più basse. Confermati gli sgravi per i neo assunti ma resta ancora in bilico la decontribuzione di tre anni per i neo-assunti nel lavoro autonomo. Nel pacchetto sviluppo sono confermati gli aiuti alle imprese che acquistano beni strumentali (super-ammortamento e iper-ammortamento). Ci sono poi, fra gli altri, il capitolo dei contratti dei dipendenti pubblici, la lotta alla povertà, la scuola, la sanità e gli enti territoriali.