Il Rosatellum supera il voto segreto, ora tocca al Senato

Il Rosatellum supera il voto segreto, ora tocca al Senato
13 ottobre 2017

La Camera ha dato il via libera, a scrutinio segreto, al Rosatellum bis. I sì sul voto finale sono stati 375, i no 215. Hanno votato a favore Pd, Lega, Fi, Ap, Des-Cd, Dit, Ala-Sc, Civici e innovatori, Udc, minoranze linguistiche e Psi. Contrari M5s,Mdp,Fdi. L’esame della riforma elettorale passa al Senato. Un iter rapido, da concludere nell’arco di due settimane. E’ questo, nei disegni della maggioranza, il percorso che già da martedì prossimo comincerà a Palazzo Madama. Il testo della legge elettorale approderà infatti in commissione Affari costituzionali: l’obiettivo è quello di completare il primo esame in due-tre giorni per approdare in Aula già il 24. A quel punto, nonostante a palazzo Madama i voti segreti possano essere richiesti soltanto in un numero limitato di casi, l’intenzione sarebbe quella di chiedere nuovamente la fiducia. Fino alla fine i ‘big’ dei partiti che hanno sottoscritto il patto hanno lavorato ai fianchi i dubbiosi, i malpancisti, tutti coloro che hanno espresso pubblicamente e dietro le quinte le proprie perplessita’ al ‘Rosatellum’. I ‘nemici dei nominati’, chi e’ consapevole di non essere ricandidato, i peones, tutti quelli che si sono fatti i calcoli e hanno compreso di essere penalizzati da questo sistema. “Ma perche’ parlate male del Rosatellum?”, la domanda posta. E’ cosi’ fallito l’assalto dei franchi tiratori. Il Rosatellum ha superato facilmente l’ostacolo del voto segreto sul provvedimento finale. Ma il pressing si e’ giocato anche con altri mezzi, denuncia qualche parlamentare dietro la promessa dell’anonimato. Molti partiti, riferiscono fonti parlamentari, hanno invitato i propri deputati ad essere il piu’ trasparenti possibile. Ovvero a votare con il dito ben visibile, a evitare manovre indecifrabili. “Ognuno controlli il banco di chi e’ al suo fianco”, l’appello che sarebbe arrivato a molti parlamentari.

Il partito del si’ al Rosatellum contava su un ampio margine e il fatto, argomenta uno di quelli che ha votato per affossare la legge, di arrivare ad un colpo solo ha frenato non pochi deputati. Eppure, spiegano altre fonti, ci sono stati ammiccamenti nel pomeriggio tra i contrari al Rosatellum nel Pd e in FI. Sondaggi informali, colloqui lontani da sguardi indiscreti, poi ognuno ha tratto i propri convincimenti. Dal ‘Conclave’ e’ arrivata una fumata bianca e ora il fronte Pd-FI-Lega-Ap festeggia. C’era chi nel pomeriggio invitava a guardare i deputati dem del nord, chi quelli del centro e in particolare del Lazio, chi i lettiani, chi i “democristiani che vogliono sparigliare le carte”. Ma in realta’ non c’e’ stata ‘partita’. “Io – osservava oggi un esponente del Pd – posso anche dire nomi e cognomi di chi non la votera’. Perlomeno una cinquantina”. C’e’ chi calcola al massimo una trentina di franchi tiratori. Altri ancora alla fine si sono convinti a dire si’: “Sarebbe saltato tutto il sistema e soprattutto il Partito democratico”. In Forza Italia tra i possibili franchi tiratori venivano annoverati anche esponenti meridionali del sud. “Perderemo un terzo nel proporzionale e non prendono nulla, tranne che in Sicilia, nei collegi uninominali”, riferiva oggi un azzurro intenzionato a votare contro il Rosatellum. Ma l’attacco e’ fallito. Raccontano che Renzi era dubbioso sul si’, ci giochiamo tutto, il messaggio inviato, ma poi il timore di incorrere in un ko tipo ‘Tedeschellum’ e’ svanito di colpo. La riforma della legge elettorale prevede un sistema misto, dalla forte impronta proporzionale. E` prevista una soglia di ingresso del 3% per le singole liste mentre per le coalizioni sale al 10%. Ecco nel dettaglio.

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MIX PROPORZIONALE-UNINOMINALE. Il 36% dei seggi viene assegnato con l`uninominale, il 64% con il proporzionale. 231 sono quindi i seggi alla Camera e 109 quelli al Senato assegnati in collegi uninominali, vince il candidato più votato. Il resto dei seggi viene assegnato con metodo proporzionale, nell`ambito di collegi plurinominali: i listini non possono contenere un numero di candidati inferiori a 2 e superiori a 4. Le circoscrizioni sono 20 per il Senato e 28 alla Camera. Viene assegnata al governo la delega per ridisegnare i collegi.

SOGLIE. Per accedere in Parlamento è fissata una soglia d`ingresso del 3%, sia al Senato che alla Camera. Soglia che per le coalizioni sale al 10% su base nazionale. I voti dei partiti in coalizione che abbiano raggiunto la soglia dell`1% vengono ripartiti alla stessa coalizione. Sotto la soglia dell`1%, invece, i voti vanno dispersi. È vietato il voto disgiunto.

ISTRUZIONI PER L`USO SULLA SCHEDA. All`elettore viene consegnata un`unica scheda, sia per il proporzionale che per il maggioritario. Una scheda è per la Camera e una per il Senato.
Sul frontespizio ci saranno le istruzioni per l`uso: viene spiegato come si vota e come saranno distribuiti i voti.

SCHEDA ANTI-FRODE. Su ogni scheda ci sarà un tagliando removibile, dotato di codice alfanumerico progressivo, che verrà rimosso e conservato dall`ufficio elettorale prima che la scheda venga depositata nell`urna.

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PLURICANDIDATURE. Le pluricandidature sono consentite fino a un massimo di 5 nei listini proporzionali, non sono consentite nei collegi.

RACCOLTA DELLE FIRME. Sono esentate dalla raccolta delle firme le formazioni che siano rappresentate da almeno un gruppo parlamentare dal 15 aprile 2017 (norma ribattezzata salva Mdp). Per i nuovi partiti o quelli che non abbiano un gruppo parlamentare sarà possibile dimezzare il numero delle firme necessarie da 1.500-2.000 a circa 750. In questo caso si tratta di una deroga valida solo per le prossime politiche. E lo stesso vale per un`altra norma: gli avvocati cassazionisti potranno autenticare le firme a sostegno delle liste elettorali.

QUOTA DI GENERE. Nei collegi uninominali e plurinominali nessuno dei due generi può essere rappresentato da più del 60% dei candidati.

ELETTI ESTERO Si prevede che anche cittadini italiani possano candidarsi in una circoscrizione Estera. La norma è stata ribattezzata “anti-impresentabili” o “anti Verdini”.

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