Pd contro Visco, irritazione del Colle: guardare a interesse del Paese

Pd contro Visco, irritazione del Colle: guardare a interesse del Paese
Ignazio Visco, Governatore della Banca d'Italia
18 ottobre 2017

Il Pd muove contro il governatore della Banca d’Italia, arrivato alla scadenza del mandato. La mozione del Pd, approvata dalla Camera, spiazza il governo; ma desta preoccupazione anche al Quirinale. Il richiamo di Sergio Mattarella, riferito da fonti parlamentari, è netto: le scelte riguardanti la Banca d’Italia “devono essere ispirate a esclusivi criteri di salvaguardia dell’autonomia e indipendenza dell’istituto nell’interesse della situazione economica del nostro Paese e della tutela del risparmio degli italiani”. A questi principi, viene spiegato, devono “attenersi le azioni di tutti gli organi della Repubblica, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo”. La mozione del Pd arriva a sorpresa: fino a pochi minuti prima l’inizio del dibattito, erano depositate solo mozione delle opposizioni, tra cui quelle molto dure di M5s e Lega che chiedevano esplicitamente al governo di non riproporre Visco per un secondo mandato. Non un problema, per il governo, visti i numeri di Montecitorio. Ma a sorpresa arriva anche la mozione Pd, che in una prima versione chiede anch’essa esplicitamente “una prospettiva di discontinuità” nella guida di Bankitalia. Solo l’intervento del governo – in stretto contatto col Quirinale – fa eliminare l’inciso. Ma le accuse alla gestione Visco restano, nella mozione depositata: tanto che il sottosegretario Baretta deve chiedere una riformulazione per poter dare parere favorevole. Richiesta accolta, ma è chiaro che il Pd voleva mettere nero su bianco – ufficialmente – il suo giudizio. Che Renzi ribadisce in serata: “Se vogliamo dare un giudizio sul passato, in questi anni il Pd non è certo responsabile della crisi delle banche”. E invece “tante responsabilità che hanno avuto anche i vertici di Bankitalia, sono argomenti che per il passato devono essere esaminati”.

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Negli stessi minuti il Quirinale fa filtrare il pensiero di Mattarella, il netto richiamo all’interesse del Paese e al rispetto dei ruoli. Poco dopo, anche da palazzo Koch arriva la replica: prima rivendica di aver “limitato i danni” al sistema, inevitabili in un periodo così turbolento, e poi arriva la stoccata all’ex premier: “Nella sua azione l’Istituto ha agito in continuo contatto col Governo”. Per poi dare la disponibilità del governatore ad essere audito nella Commissione banche. Insomma, lo scontro è deflagrato. E dovrà rapidamente trovare una conclusione: una decisione del Cdm sul vertice di Bankitalia era già attesa per l’ultima riunione, ma poi Paolo Gentiloni spiegò che non se ne era affatto parlato. Non era infatti un mistero la volontà di Renzi non confermare Visco, scelta che invece sembrava essere l’orientamento di Gentiloni. Ora però, dopo la mozione Pd che ha colto di sorpresa sia il governo che il Colle, “è evidente che bisognerà – spiega un esponente del governo – superare rapidamente questa situazione”. Che vede la preoccupazione del Colle sia per i riflessi sul quadro internazionale e sugli assetti del sistema delle Banche Centrali Europee, sia perché con quella mozione il Pd è intervenuto su prerogative del governo e dello stesso Quirinale. Ma come uscirne? Perché il dubbio che in molti esprimono è che dopo Visco non c’è pronta una figura altrettanto autorevole. A meno di non togliere dalla guida dell’Economia Pier Carlo Padoan, dice qualcuno nel governo. La soluzione interna a palazzo Koch potrebbe essere Fabio Panetta. Ma una scelta il governo ancora non l’ha fatta: “Certo, ormai su Visco c’è un problema anche di opinione pubblica. Ma tecnicamente oggi il Parlamento ha respinto tutte le mozioni che espressamente ne impedivano la riconferma…”, nota un altro esponente dell’esecutivo.

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