Catalogna e Ucraina, l’Europa nel mirino di Putin

Catalogna e Ucraina, l’Europa nel mirino di Putin
20 ottobre 2017

Vladimir Putin contro l’Europa dei “due pesi e due misure” che ora non sa cosa fare con la Catalogna. Contro il congresso americano che ha votato nuove sanzioni “per escludere la Russia dal mercato energetico europeo”. Contro Barack Obama, con cui sono iniziati tutti i problemi che hanno avvelenato le relazioni con Mosca. Contro il Comitato olimpico tentato di escludere la Russia dai Giochi. Ma non contro Donald Trump, che il capo del Cremlino, al contrario, ha difeso durante le oltre tre ore trascorse al meeting annuale del Valdai Club, a cui askanews ha partecipato. Il discorso del presidente russo e poi le risposte alla tradizionale raffica di domande degli esperti da 32 Paesi convenuti a Sochi per il Forum di dibattito internazionale sono sfociati in una lunga invettiva e rassegna delle crisi che potevano essere evitate se l’Occidente si fosse mostrato meno arrogante dopo la fine della Guerra fredda e meno “egoista” negli ultimi tempi. Sulla crisi catalana, il capo del Cremlino ha sostenuto che “l’ doveva pensarci prima, al momento della nascita di processi a dir poco contraddittori”, ovvero ai tempi del Kosovo, quando gli europei hanno ceduto alle pressioni del “fratello maggiore americano” e hanno approvato la secessione del Kosovo dalla Serbia. “Agli occhi di alcuni colleghi, c’è chi combatte giustamente per l’indipendenza e la libertà e ci sono i separatisti, che non possono difendere i loro diritti nemmeno con metodi democratici”, ovvero gli abitanti della Crimea, ha detto Putin, secondo cui questo “approccio con due pesi due misure mette in pericolo la stabilità dell’Europa. In ogni caso il leader russo è convinto che sarà trovata in Spagna una soluzione “con metodi democratici e che non ci saranno prigionieri politici”.

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Stessi toni, amari, sull’Ucraina, dove alla situazione che vediamo oggi “si è arrivati per colpa dell’Europa”, che ha permesso un colpo di Stato per spodestare il presidente Yanukovich. E ora, ha avvertito Putin, “la situazione si sta di nuovo deteriorando a Kiev, dove la polizia usa gas lacrimogeni contro manifestanti”. L’ira di Putin si è abbattuta poi sul Congresso Usa per le nuove sanzioni adottate nei confronti della Russia e sul Comitato Olimpico che, se decidesse di cedere “alle forti pressioni dagli Usa per escludere la Russia dai Giochi, si farebbe del male da solo”. Altro avvertimento agli USA: “se saranno prese misure contro i corrispondenti dei media statali russi, risponderemo immediatamente e in modo simmetrico”. Quanto alla crisi nordcoreana, Putin ha messo in guardia dalla tentazione di “spingere Pyongyang in un angolo”, perché “non sappiamo cosa possa essere nascosto e dove nella Corea del Nord” che Donald Trump minaccia di radere al suolo. Eppure, quando un partecipante al Forum ha messo in dubbio le capacità presidenziali di Trump, Putin si è lanciato in una personale difesa. “Trump è stato eletto dagli elettori americani e anche solo per questo va rispettato”, ha detto.

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“Credo che al presidente statunitense non servano consigli. Per vincere elezioni così dure devi mostrare di avere talento e lui l’ha fatto e ha vinto in modo onesto”. D’altronde, chi dice che Hillary Clinton sarebbe stata un presidente più prevedibile fa solo ipotesi: “Come sapete, da noi si dice che ‘se sembra, meglio farsi segno della croce. Ma sembra solo, come sarebbe stato in realtà non lo sappiamo”. Secondo Putin, a Donald Trump viene “impedito di realizzare il suo programma elettorale”. Deluse le attese di chi attendeva, a cinque mesi dalle presidenziali di marzo, l’annuncio della candidatura di Putin al quarto mandato. O la fine dell’intervento in Siria (per cui si sta lavorando, ha detto, per creare un Congresso dei Popoli). Vladimir Vladimirovic ha dribblato le domande sui suoi progetti, ha detto che “in Russia tutto è possibile”, anche una donna alla presidenza. E dopo oltre tre ore si è congedato dalla XIV edizione del Valdai Club con una barzelletta, per dire quanto nessuno sia indispensabile. “Un oligarca va in rovina e dice alla moglie: dobbiamo vendere tutto, le auto, le case, la dacia. Mi amerai ancora? Lei risponde: ti amerò, certo, e mi mancherai tanto”.

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