Cultura contro estremismo: così l’Italia salva il Mediterraneo

23 ottobre 2017

Sicurezza e solidarietà: insieme si può. L’Italia lo ritiene possibile, anzi, di più. Ne ha fatto un “esperimento di successo”. E da questa formula intende ripartire. Da Palermo, dove il ministro degli Esteri Angelino Alfano lancia l’idea di un Erasmus del Mediterraneo, per “togliere carburante agli estremismi” e fare dell’investimento nella “cultura” un’arma che non uccide, uno strumento salvifico di “dialogo” e di condivisione di “valori”. Il ministro degli Esteri è arrivato in Sicilia di buon mattino. Palermo nei prossimi due giorni diventerà “la capitale del Mediterraneo”. Più di 30 rappresentanti di governo e quasi 300 delegati si ritroveranno qui, domani e mercoledì, per la Conferenza Mediterranea dell’Osce, l’organizzazione di cui l’Italia avrà la presidenza nel 2018. Ma oggi il ministro ha voluto presentare il programma culturale “Italia, culture, Mediterraneo”, che la Farnesina, attraverso la sua rete all’estero, realizzerà il prossimo anno nei Paesi dell’area del Medio oriente e del Nord Africa.

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“Siamo convinti che l’investimento nella cultura sia fondamentale per ridurre quella pericolosa faglia che si è aperta nel Mediterraneo e nella quale hanno proliferato fanatismi, violenze, pericolosi estremismi, terrorismo e populismo”, ha spiegato il ministro. Questo mare “può diventare la chiave per la pace, la stabilità e la sicurezza nel futuro. Deve essere un mare che unisce, non un mare che divide”. E invece il rischio è quello di “creare un abisso” senza possibilità di ritorno. A meno che non si scelga di arginare questa faglia “con una buona dose di valori condivisi”. Su questo, dunque, occorrerà insistere, perché le due sponde del Mediterraneo sono “geograficamente vicine” ma ancora “troppo distanti sul piano della comprensione reciproca e della capacità di cogliere insieme le possibilità di collaborazione”. E l’Osce potrà fare la sua parte, con la consapevolezza che sia necessaria una maggiore attenzione da parte dell’organizzazione alle sfide provenienti da Sud, in particolare ai temi mediterranei: un’esigenza che diventerà una priorità del programma della Presidenza Osce italiana nel 2018.

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D’altra parte, l’Italia è convinta che “non ci possono essere stabilità, sicurezza e pace senza valori condivisi e senza rispetto della cultura del vicino”. “Valorizzare il ruolo della cultura” diventa perciò necessario “per sviluppare un’identità mediterranea che sia rispettosa della multiformità delle nostre società, che promuova la diversità e favorisca le condizioni di sicurezza nel Mediterraneo”, ha commentato Alfano. A questo proposito un contributo rilevante può arrivare dalla Tunisia, che per l’Italia rappresenta “un interlocutore privilegiato e imprescindibile” per evitare che nell’abisso del Mediterraneo finiscano per essere inghiottite “convivenza civile, libertà e diritti”. “La Tunisia è una perla di democrazia nel Mediterraneo che nasce da un movimento rivoluzionario, quello delle primavere arabe” e rappresenta “un esempio straordinario di come una leadership lungimirante e coraggiosa abbia tratto il Paese dall’orlo del baratro di una guerra civile e lo abbia portato sulla strada delle riforme”, ha ricordato Alfano, che a Palermo ha incontrato il suo omologo di Tunisi, Khemaies Jhinaoui.

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