Dopo diversi rinvii e molte indiscrezioni di stampa, il presidente catalano Carles Puigdemont ha parlato, ma non ha detto quello che in molti si aspettavano: non ha convocato elezioni regionali perché “mancano le garanzie” e adesso a decidere come rispondere all’articolo 155, che di fatto prevede il commissariamento della regione spagnola, sarà il Parlament. Dichiarazioni che sono state subito seguite da quelle della vicepresidente del governo di Madrid Soraya Saénz de Santamaría che ha difeso l’impiego dell’articolo 155, previsto dallo stato di diritto in situazioni “così straordinariamente gravi”. Il presidente catalano, nel suo breve discorso pronunciato alle 17:00 (dopo il rinvio dalle 13:30 alle 14:40 e poi la sospensione) ha denunciato che “non c’è neanche intenzione da parte del governo spagnolo di mettere fine alla violenza e anche se ci fosse stata l’intenzione di convocare elezioni non ci sono le garanzie per farlo”. La ricerca di dialogo, rivendicata da Puidgemont “non ha ottenuto una risposta responsabile dal Partito Popolare che ha approfittato delle opzioni sul tavolo per attaccare il dialogo” e “quindi sta al Parlamento procedere con quello che viene determinato dalla maggioranza parlamentare con l’applicazione, contro il volere della Catalogna, dell’articolo 155”, ha aggiunto.
Il Parlament catalano si è riunito alle 18:00 dopo un rinvio di un’ora della seduta plenaria. Prima che il presidente catalano parlasse i media locali avevano diffuso la notizia che avrebbe indetto elezioni per il 20 dicembre. Un elemento che avrebbe potuto portar il premier Mariano Rajoy a sospendere l’applicazione dell’articolo 155, su cui, invece, si esprimerà il Senato domani. “Vogliamo aprire una nuova fase basata sul rispetto della legge”, ha dichiarato la vicepresidente del governo Soraya Saénz de Santamaría, pochi minuti dopo le dichiarazioni del presidente catalano, spiegando che Puigdemont non ha dato risposta alla richiesta di chiarimenti sull’effettiva dichiarazione di indipendenza da parte del governo catalano, quindi “non è successo nulla, ha fatto solo rumore”. Per questo, ha spiegato, si è deciso di invocare l’articolo 155, sul commissariamento della regione. “Per affrontare una situazione così incredibilmente grave lo Stato di diritto ha gli strumenti eccezionali. Quello che prevede l’articolo 155 non esiste soltanto in Spagna”, ha spiegato. Intanto oggi migliaia di studenti sono scesi in piazza davanti alla sede del governo catalano per criticare Puidgemont che ha mancato le promesse nei confronti del referendum ed è stato definito in alcuni striscioni “traditore”.