Terremoto Umbria, ricostruzione al palo

Terremoto Umbria, ricostruzione al palo
30 ottobre 2017

Sono le 7.40 del mattino del 30 ottobre di un anno fa quando tra Norcia e Preci la terra trema. Una scossa violenta e lunga di magnitudo di 6,5, accompagnata quasi subito da boati e crolli, che in pochi minuti semina panico e sbriciola tutto quello che stava in piedi sul territorio. Solo successivamente l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia la classifica come la scossa piu’ forte mai registrata in Italia dal terremoto in Irpinia del 23 novembre 1980. Squarcia le strade e mette in ginocchio i paesi della Valnerina tra l’Umbria e le Marche, gia’ duramente colpiti dal sisma del 24 agosto che aveva lasciato 300 morti tra Amatrice e Accumoli. Stavolta non ci sono vittime, ma la distruzione e’ grande. Era stata preceduta dai sommovimenti tellurici di quattro giorni prima, il 26 ottobre, con un sisma localizzato a Visso, in provincia di Macerata. In questa occasione, molte famiglie dei paesi dell’Appennino centrale aveva gia’ lasciato le proprie abitazioni e per precauzione dormivano in macchina. I danni sono gravi e molto estesi: vanno dal patrimonio storico-culturale alle abitazioni, dagli edifici pubblici, alle stalle e agli impianti industriali. Norcia si sveglia tra le macerie e della basilica di San Benedetto, patrono d’Europa, resta in piedi soltanto la facciata. Questa immagine, con le suore che fuggono e i monaci riuniti in preghiera in piazza mentre tutto intorno e’ crollato, in Umbria e nel mondo diventera’ il simbolo della distruzione del centro Italia. Cosi’ come Castelluccio di Norcia – il borgo che si affaccia sulla piana ai piedi del monte Vettore, celebre per la fioritura delle lenticchie – che viene quasi completamente raso al suolo e resta isolato per mesi a causa delle strade impraticabili.

“Il 30 ottobre restera’ una di quelle giornate che rimarranno per sempre nella mia memoria” ricorda con la voce ancora rotta dall’emozione il sindaco di Preci, Pietro Bellini. Alle 7.40 sono uscito dal bar sulla piazza dove mi trovavo e ho visto uno scenario devastante: oggi stiamo provando a fare del nostro meglio, ma le problematiche sono ancora tantissime, come anche le cose da fare”. I numeri forniti dalla Protezione civile dicono che “se le persone assistite dopo le scosse del 24 agosto erano circa 5mila, il picco e’ stato raggiungo dopo il 30 ottobre, quando sono salite a circa 30mila”. Oggi, ne sono rimaste 6.486. Complessivamente, in 50 comuni colpiti, sono state ordinate 3.702 soluzioni abitative d’emergenza – le cosiddette ‘casette’ – delle quali solo 1.054 sono state consegnate. Oltre ai ritardi nella consegna delle Sae, a un anno dal sisma rimangono due criticita’: la lenta rimozione delle macerie e l’avvio della ricostruzione che stenta a decollare. “Sono molto preoccupato – ammette il sindaco di Preci – ci troviamo con la normativa deliberata ma ancora la ricostruzione non e’ partita. Bisogna iniziare presto e recuperare il tempo perduto, soprattutto per quanto riguarda i danni lievi. Noi teniamo in albergo persone le cui case hanno un danno che con 30-40 mila euro potrebbe essere risolto. Dobbiamo trovare quadra su questo”. Nei centri colpiti dell’Umbria, in occasione del primo anniversario del sisma sono state organizzate varie iniziative, a partire da oggi, con una messa in piazza San Benedetto di Norcia, officiata dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco. Lunedi’ 30 ottobre, invece, alle 7.40, ora del terremoto, nella stessa piazza e’ previsto un momento di preghiera a cui seguira’, alle 9, la ‘giornata del ricordo’, con saluti, ringraziamenti e proiezioni di filmati.

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