Le produzioni sul ghiaccio di Ilja Averbukh, già campione del mondo e argento olimpico a Salt Lake, stanno diventando un’istituzione in Russia e non solo. Il vulcanico produttore e uomo d’affari ha appena portato in scena la sua ultima fatica, “Romeo & Giulietta” capitalizzando su una squadra di iridati e olimpionici da far impallidire anche il medagliere meglio fornito. Lo sport con lui diventa un musical, il talento sportivo, diventa artistico. L’agonismo, gioco di squadra capace di mettere in un unico cast chi magari in passato si è conteso il gradino più alto del podio. Non solo: l’idea di Averbukh è da esportazione. Il coreografo vorrebbe portare i due innamorati (interpretati dai campioni olimpici Tatiana Totmianina e Maksim Marinin) nella loro città d’origine, Verona, per uno spettacolo unico al mondo all’interno dell’Arena. La prima russa dello spettacolo, che si è tenuta domenica scorsa è stata un trionfo oltre ad essere diventata un’occasione vip per Mosca con una sfilata di star e starlette locali tra il pubblico. La produzione è impressionante: oltre a 22 atleti di altissimo livello, 14 artisti di ballo sul ghiaccio, 5 cantanti, 10 ballerini. E ancora musicisti coinvolti nella performance, artisti del circo, schermidori professionisti, coreografi e insegnanti che hanno preparato gli interpreti, vestiti con 160 costumi originali, cuciti apposta. Averbukh rispondendo ad Askanews ammette che Verona attualmente è il suo sogno: “Io farò di tutto per realizzarlo. Sono già stato nella città scaligera e mi sono incontrato con il sindaco. Però bisogna dire che ci sono state di recente le elezioni e il sindaco è cambiato. Ora noi aspettiamo con impazienza un nuovo incontro con il nuovo sindaco per condividere con lui il nostro progetto. Al momento bisogna stringere una serie di accordi, perché esibirsi all’Arena di Verona non è cosa semplice. È una storia molto complicata ma spero che si realizzerà un progetto congiunto russo-italiano anche con il supporto della Ferrero, che è già da 10 anni che ci sostiene in Russia e ci ha sempre accolti con grande calore”.
Lo spettacolo è di fatto una dichiarazione d’amore all’Italia, più che a William Shakespeare, oltre ad essere una prova di insuperabile talento. E quindi gli si può perdonare tutto, persino una tarantella che suona – forse per un eccessivo entusiasmo del compositore – per qualche secondo durante il ballo in maschera scaligero. L’equilibrio della narrazione in due ore di spettacolo è mantenuto infatti con grande maestria, non solo sulle lame dei pattini. L’attenzione dello spettatore è incatenata da una serie infinita di acrobazie, canzoni, romanticismo e passi di danza sul ghiaccio. L’Arena di Verona è comunque una location ambiziosa. La messa in scena potrebbe essere “a marzo, inizio aprile. Prevediamo qualche mutamento ovviamente, rispetto allo spettacolo che si tiene a Mosca in questi giorni. Intendiamo coinvolgere l’orchestra sinfonica e sicuramente lo spettacolo che è stato scritto inizialmente in Russia come un musical, verrà tradotto in italiano e ci saranno delle parti che verranno interpretate da cantanti italiani”. Perché Romeo Giulietta? “Di fatto è la logica continuazione dalla Carmen (la produzione dello scorso anno). La musica della Carmen o il soggetto Romeo e Giulietta sono molto usati negli spettacoli di pattinaggio e se Tanja Navka e Roman Kostomarov avevano utilizzato il tema di Carmen, vincendo le Olimpiadi 2014, Tatiana Totmianina e Maksim Marinin hanno vinto le loro con Romeo & Giulietta. Di fatto Romeo Giulietta è una storia che coinvolge tutti, universale la puoi vedere migliaia di volte e ogni volta è come la prima. Inoltre è una storia che permette di dare un ruolo importante a molti e avendo a disposizione così tanti campioni del mondo e olimpici, penso che sia la storia ideale. Non è così semplice inoltre trovare una trama così ampia e corale”. Ma questi Romeo & Giulietta hanno in realtà qualcosa di più. “Di fatto non c’è nulla di particolarmente originale, e non c’è nulla di estremamente nuovo. Romeo e Giulietta non leggono SMS, non si parlano al cellulare. È la storia tradizionale. E alla fine purtroppo muoiono. Ma ci sono due momenti importanti di questo spettacolo. Il fatto che a raccontare la storia sia Lorenzo, un monaco, ossia colui che voleva giocare con il destino dando da bere a Giulietta la ben nota pozione: questo ruolo è stato affidato ad Aleksey Tikhonov, ed è l’unico dei pattinatori che parla sul ghiaccio e ha un ruolo da attore. Inoltre il finale che conosciamo tutti ma che non volevamo fosse così tragico. E quindi alla fine tutto il cast esce con i vestiti di tutti giorni, un paio di jeans e una maglietta, e soprattutto a piedi nudi sul ghiaccio. Un vero momento della verità col pubblico”.