Riparte trattativa, ridurre esuberi

Riparte trattativa, ridurre esuberi
Stabilimento Ilva di Taranto
1 novembre 2017

La trattativa su Ilva puo’ riprendere da dove era iniziata: 10 mila lavoratori saranno assunti (su 14 mila dipendenti) da Am Investco con il livello salariale attuale. Dopo aver fatto saltare il tavolo il 9 ottobre scorso, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha ottenuto che Arcelor Mittal congelasse l’avvio delle procedura ex articolo 47 della legge 428/1990, in base al quale i lavoratori non avrebbero avuto continuita’ nel rapporto di lavoro rispetto a trattamento economico e anzianita’. Una proposta su salario e inquadramento che Calenda aveva giudicato “irricevibile” e contro cui i lavoratori erano scesi in sciopero. Oggi Arcelor-Mittal ha confermato i suoi precedenti impegni sull’occupazione, riconoscendo l’attuale struttura salariale e l’anzianita’ retributiva, dicendosi intenzionata a legare la parte variabile delle retribuzioni alla realizzazione del piano industriale e aperta a discutere il possibile riconoscimento dei contratti esistenti e dei relativi diritti. Per Calenda ora il negoziato e’ libero da pregiudiziali e “dovra’ cercare di ridurre gli esuberi”. I 10 mila dipendenti erano stati indicati dall’azienda nella presentazione dell’offerta di acquisto ma il numero finale di quanti resteranno all’Ilva non puo’ che essere oggetto della trattativa. In ogni caso, il governo ha sempre assicurato che i 4.000 lavoratori restanti saranno impiegati nell’attuazione del piano ambientale. A questo punto, il compito che attende azienda e sindacati e’ compiere una analisi di dettaglio del piano industriale e del piano ambientale. Gia’ fissati a questo scopo i prossimi appuntamenti rispettivamente il 9 e il 14 novembre. In questo lasso di tempo, si riunira’ anche un tavolo istituzionale con i presidenti di 5 regioni e i sindaci di 40 comuni coinvolti nel rilancio del gruppo siderurgico.

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Dopo lo strappo del governatore della Puglia, Michele Emiliano, e del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che hanno impugnato davanti al Tar il Dpcm sul piano ambientale, Calenda ha invitato tutti alla massima collaborazione. Il ministro ha rivolto un appello affinche’ il ricorso sia ritirato, ricordando che per Ilva vengono messi in campo investimenti pari a 5,3 miliardi, “una piccola finanziaria” (composta da 2,4 miliardi di investimenti ambientali e produttivi, 1,1 miliardi per le bonifiche e 1,8 miliardi per i creditori). Melucci ha pero’ confermato che il Comune proseguira’ il ricorso, considerato l’unico modo per effettuare “resistenza”, nel quadro di uno stato di diritto, all’esclusione degli enti locali dal negoziato. Emiliano, dopo l’incontro di ieri con Calenda, aveva preso atto con rammarico della decisione del governo di non convocarli al tavolo, ma pur ribadendo la propria posizione, ha invocato la necessaria collaborazione per assicurare la massima tutela della salute dei cittadini pugliesi. I sindacati hanno salutato con favore lo sgombero dal tavolo di quelle che avevano definito “pregiudiziali”. Per Fim, Fiom e Uilm ora la trattativa e’ ai blocchi di partenza: l’obiettivo e’ di escludere licenziamenti e puntare a un rilancio vero ed ecosostenibile degli stabilimenti siderurigici. Se sono vere le cifre fornite da Mittal rispetto ai volumi produttivi, il negoziato – sostengono – dovra’ partire da esuberi zero. Punto centrale sara’ il processo di risanamento ambientale, che non potra’ essere contrapposto alla questione occupazionale.

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