Sayfullo Saipov interrogato dall’Fbi: “Ha pianificato l’attacco per settimane”. Si indaga sui legami con Isis. Chi è l’attentatore

Sayfullo Saipov interrogato dall’Fbi: “Ha pianificato l’attacco per settimane”. Si indaga sui legami con Isis. Chi è l’attentatore
1 novembre 2017

Sayfullo Saipov “ha pianificato l’attacco per settimane”. E’ quando affermano gli investigatori che in ospedale hanno interrogato il 29enne uzbeko che ieri pomeriggio, nel giorno di Halloween, alla guida di un furgone ha causato otto morti lungo una pista ciclabile di Manhattan. L’uomo non e’ in pericolo di vita e ora si indaga sulla sua affiliazione all’Isis proclamata in un messaggio ritrovato sul mezzo. “Avrei voluto continuare a uccidere”, avrebbe detto all’Fbi il giovane, vantandosi dell’attacco. Saiopov era entrato legalmente negli Usa nel 2010 e come autista di Uber aveva lavorato e vissuto in Ohio, in New Jersey e a Tampa, in Florida. Saipov fu pure interrogato dall’Fbi nel 2015 sui suoi possibili legami con sospetti terroristi. Nato nella capitale uzbeka, Tashkent, l’uomo aveva una patente della Florida ma viveva con la moglie e tre figli a Patterson in New Jersey, lo Stato al di la’ dell’Hudson rispetto a Manhattan, dove il 29enne ha noleggiato da Home Depot il pick-up che ha usato come arma. Saipov aveva anche vissuto in Ohio. E mentre la galassia della ‘jihad’ sul web inneggia al nuovo attentato, il primo con vittime a New York dopo la strage alle Torri Gemelle, emergono i profili di chi ha perso la vita. Cinque delle otto vittime turisti erano argentini, parte di un gruppo di amici che festeggiava nella Grande Mela il 30esimo anniversario del diploma liceale alla Scuola Politecnica di Rosario, 300 chilometri a nord di Buenos Aires. E’ morta anche una turista belga arrivata da Roulers, nelle Fiandre, con la sorella e la madre. Gli argentini erano un gruppo di 10 persone, una delle quali e’ rimasta ferita.

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A pagare il viaggio per tutti era stato uno degli uomini che ha perso la vita, Erlij, 48 anni, proprietario di un acciaieria a Rosario, che aveva voluto offrire il viaggio nella Grande Mela perche’ gli amici potessero festeggiare insieme. Il gruppo si era diplomato nel 1987 ed era a New York da qualche giorno: nel pomeriggio soleggiato di martedi’ avevano affittato le biciclette e stavano percorrendo la pista, quando il pullmino bianco, lanciato a tutta velocita’ sullo stretto vialetto alberato (non piu di 6 metri di larghezza, sufficienti pero’ a consentire alle bici di procedere nei due sensi) e’ piombato nel tratto vicino al liceo Stuyvesant, il grosso veicolo come un ariete. “Sono sotto shock, tramortiti. Non possono credere a quel che e’ accaduto”, ha raccontato il console argentino alle Nazioni Unite a proposito dei connazionali sopravvissuti. Il gruppo si era fotografato poco prima di imbarcarsi sul volo all’aeroporto di Islas Malvinas: tutti con una maglietta bianca e la scritta ‘Libre’, in spagnolo ‘Gratis’. Erlij non era riuscito a salire sul volo e aveva raggiunto tutti il giorno successivo. Ha trovato la morte a New York, alle 16:00 del pomeriggio, ha raccontato il console. Tra le persone ferite anche il conducente del pullmino e due studenti, che erano sullo scuolabus che stava riportando a casa i ragazzi a casa. Uno dei ragazzi sarebbe in condizioni critiche. Al calar della sera, il World Trade Center si e’ illuminato di rosso, bianco e blu, su ordine di De Blasio, in onore -ha fatto sapere il suo ufficio- di liberta’ e democrazia.

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