Terremoto al confine Iran-Iraq, oltre 390 morti. Sotto le macerie 200 persone

Terremoto al confine Iran-Iraq, oltre 390 morti. Sotto le macerie 200 persone
13 novembre 2017

E’ di oltre 390 morti e oltre 6.600 feriti, solo in Iran, il nuovo bilancio del terremoto che ieri sera ha colpito l’area di frontiera tra la Repubblica islamica e l’Iraq. Secondo l’Istituto geologico americano, la scossa di magnitudo 7,3 sulla scala Richter è stata registrata a una profondità di circa 24 chilometri, a una trentina di chilometri a Sud-Ovest della città di Halabja, in una zona montuosa della provincia irachena di Suleimaniyeh. La scossa ha colpito e devastato anche le regioni di frontiera in Iran, in particolare Sar-e Pol-e Zahab, Eslamabad-e e Qasr-e Shirin, nella provincia di Kermanshah, dove in particolare il crollo di un complesso residenziale nuovo ha intrappolato sotto le macerie 200 persone; di queste 97 sono state gia’ estratte morte e i lavori continuano disperatamente, sperando che ci sia ancora qualcuno rimasto vivo da poter salvare. Intanto montano le polemiche nelle citta’ colpite dal terremoto, dove le case costruite da privati hanno resistito a scapito degli edifici costruiti dal governo, come scuole, universita’, ospedali ed addirittura le case comunali del progetto Mehr, avviato durante il periodo dell’amministrazione Ahmadinejad e proseguito durante l’amministrazione del riformista Hassan Rohani. In Iran hanno subito danni diversi villaggi, dove l’elettricita’ e’ saltata e sono state inviate squadre di soccorso. Si teme un bilancio piu’ pesante, ma i soccorsi sono ostacolati dalle frane. La scossa e’ stata avvertita in tutta l’Asia, da milioni di persone, dal Bahrein ad Israele. Secondo l’istituto sismologico statunitense, il terremoto, avvertito alle 20:18, ora italiana, ha avuto una magnitudine di 7,3 gradi, mentre un funzionario iracheno ha parlato di una magnitudo di 6,5 gradi con epicentro a Penjwin nella provincia di Sulaimaniyah, nella regione de Kurdistan vicino alla frontiera principale con l’Iran.

Il sisma e’ stato registrato, precisamente, a 23,2 km sotto la superficie, una profondita’ poco profonda che puo’ causare danni pesanti. “Stiamo installando tre campi di emergenza nella zona”, ha riferito il vice-governatore di Kermanshah. Una trentina di squadre di soccorso della Mezzaluna Rossa si stano trasferendo nella zone piu’ colpite ma il loro compito si preannuncia difficile perche’ molte strade sono state interrotte e ci sono stati smottamenti di terreno.Le scuole rimarranno chiuse nelle provincie di Kermanshah e Ilam. In Irak, a Darbandajan, e in Iran, nella provincia di Ilam, le autorita’ hanno chiesto agli abitanti di dormire fuori casa. Intanto, in sempre Iran, la Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, ha mobilitato tutti i corpi di sicurezza per accelerare le operazioni ed estrarre le vittime dalle macerie. Khamenei ha ordinato il coinvolgimento nei soccorsi dell’esercito, dei Guardiani della Rivoluzione e della forza di Volontari Islamici Basij. La Guida suprema ha esortato “tutte le capacita’” del Paese a mettersi rapidamente in moto per estrarre chi e’ sotto le macerie ed evitare un numero maggiore di morti. Il presidente iraniano, Hassan Rohani, e’ in contatto permanente con il ministero dell’Interno, ed e’ stato creato un comitato di crisi che ha gia’ tenuto una riunione di emergenza per valutare l’entita’ della tragedia. Immagini diffuse dai media locali mostrano gente che fugge in un edificio a Sulaimaniyah, con le finestre che si rompono nel momento della catastrofe. Altri filmati nella vicina citta’ di Darbandajan mostrano pareti e strutture cadere in frantumi.

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Il ministro della sanita’ curda Rekawt Hama Rasheed ha riferito alla Reuters che la situazione a Darbandikhan e’ “molto critica”. L’ospedale principale del distretto e’ stato gravemente danneggiato e non ha piu’ luce elettrica, ha aggiunto, per cui i feriti sono stati portati a Sulaimaniyah. Ci sono danni strutturali a edifici e case. A Halabja, secondo i funzionari locali, un ragazzo di 12 anni e’ morto perche’ fulminato da un cavo elettrico crollato.  La scossa è stata avvertita per una ventina di secondi anche a Baghdad, mentre in altre province del Paese ha avuto una durata più prolungata. Secondo l’Usgs, la scossa è stata seguita da un centinaio di repliche, con magnitudo massima di 4,7 Richter. Le scuole oggi resteranno chiuse in tutte le province dell’Iran colpite dal sisma, e anche a Kermanshah, in Iraq, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale. Nell’aprile del 2013 la Repubblica islamica d’Iran fu colpita da due terribili scosse, a distanza di sei giorni l’una dall’altra, la prima di magnitudo 6,4, la seconda di 7,7, la più alta mai registrata nel Paese dal 1957. I due terremoti fecero una quarantina di morti, un numero esiguo se paragonato alle oltre 40.000 vittime (e i 300.000 feriti) del terremoto di magnitudo 7,4 verificatosi nel Paese nel giugno del 1990.

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