Addio allo stipendio in contanti

Addio allo stipendio in contanti
15 novembre 2017

Primo via libera da parte della Camera dei deputati al disegno di legge che obbliga il pagamento dello stipendio da parte dei datori di lavoro solo tramite strumenti tracciabili. Il testo passa ora all’esame del Senato, con l’incognita di una legislatura agli sgoccioli. Ma il voto di Montecitorio, quasi all’unanimità dei votanti, può far ben sperare: i sì sono stati 413, i contrari 5 e un astenuto. La proposta di legge, prima firmataria Titti Di Salvo (Pd), introduce l’obbligo per i datori di lavoro titolari di partita Iva di effettuare il pagamento delle retribuzioni attraverso gli istituti bancari o gli uffici postali, con specifici mezzi. Secondo il testo di legge la retribuzione ai lavoratori (e ogni anticipo di essa) può essere corrisposta dal datore di lavoro solo attraverso un istituto bancario o un ufficio postale con uno dei seguenti mezzi: accredito diretto sul conto corrente del lavoratore; pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale; emissione di un assegno da parte dell’istituto bancario o dell’ufficio postale consegnato direttamente al lavoratore o ad un suo delegato in caso di comprovato impedimento, che si intende verificato quando il delegato è il coniuge, il convivente o un familiare, in linea retta o collaterale, del lavoratore, purché di età non inferiore a sedici anni. “Il provvedimento ha chance per essere approvato entro la fine della legislatura. Sono solo quattro articoli ed è una norma di civiltà”, ha commentato Di Salvo. E per la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, la proposta sulla tracciabilità del pagamento delle buste paga come peraltro l’approvazione definitiva della legge sul whistleblowing rappresenta un esempio evidente di come il Parlamento e, di concerto, il Governo vogliano promuovere la legalità nei luoghi di lavoro e proteggere chi subisce ingiustizie”.

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