Reintegrare 155 lavoratori Almaviva

Reintegrare 155 lavoratori Almaviva
16 novembre 2017

Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso di 155 lavoratori di Almaviva dichiarando l’illegittimita’ del loro licenziamento e ha inoltre prescritto la reintegra nel posto di lavoro. “Una sentenza che rende giustizia a quei lavoratori e, forse, potrebbe aiutare a superare una stagione improvvida nella quale le prove di forza ed i ricatti hanno sostituito le corrette relazioni sindacali”, sottolinea la Cgil nazionale, la Slc Cgil nazionale, la Cgil di Roma e Lazio e la Slc di Roma e Lazio. Per i sindacati “va definitivamente archiviata una stagione che ha voluto imporre sacrifici inutili quando illegittimi ai lavoratori facendo leva, nel dividerli, sul pressante bisogno di mantenere un posto di lavoro”.  “Ora – prosegue la nota del sindacato – dovrebbe aprirsi finalmente una nuova stagione che metta al bando un dibattito surreale come quello a cui abbiamo assistito nel dicembre scorso quando, da piu’ parti, si e’ sciaguratamente provato ad attribuire agli stessi lavoratori ed ai loro rappresentanti la colpa di quanto avvenuto. Relazioni industriali rispettose delle persone e attente all’interesse collettivo sono alla base della convivenza civile e fondamento imprescindibile per qualsivoglia ipotesi di sviluppo”. “Quanto avvenuto – aggiungono Cgil e Slc Cgil – interroga tutti, e’ innegabile che questa vicenda abbia prodotto una frattura grave fra i lavoratori stessi e nei confronti di chi ha gestito la vertenza, a partire dal ruolo del Governo che non ha saputo interpretare sino in fondo il proprio ruolo di arbitro imparziale. Di queste divisioni, degli errori commessi occorre fare tesoro”. “Le motivazioni della sentenza – conclude la nota – restituiscono una fotografia fedele della realta’, dove e’ finalmente chiaro chi ha subito un ricatto e chi ha scelto di esercitarlo. Da qui occorre ripartire per ricostruire un contesto di giustizia e rispetto della dignita’ del lavoro in Almaviva come in ogni altro luogo di lavoro. Solo in questo modo sara’ possibile gestire le fasi di crisi e le trasformazioni necessarie a garantire un futuro alle imprese ed ai lavoratori del nostro Paese”.

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Dal canto suo l’azienda rivendica la legittimita’ dei licenziamenti e annuncia ricorso. “La procedura di licenziamento collettivo conclusa dalla societa’ Almaviva Contact nel mese di dicembre scorso – si legge in una nota – e’ stata attuata nel pieno rispetto delle regole previste dalla legge: non si tratta di un’affermazione di parte, ma e’ la conclusione cui e’ giunta la stragrande maggioranza dei giudici del lavoro che hanno esaminato la vicenda presso il Tribunale di Roma. Dopo la conclusione della procedura, infatti”, riferisce l’azienda, “parte delle persone interessate ha avviato, come di diritto, una causa per impugnare il recesso aziendale. I ricorsi presentati sono stati distribuiti tra diversi giudici e, alla data odierna, sono 10 coloro che si sono pronunciati. Di questi, 9 magistrati del lavoro attraverso 22 ordinanze hanno dichiarato pienamente legittima la condotta aziendale, riconoscendo come i licenziamenti siano stati attuati rispettando in pieno tutte le garanzie procedurali e sostanziali previste dalla legge di riferimento (Legge 223/1991)”. In particolare, prosegue il comunicato, “le diverse pronunce sin qui emanate hanno evidenziato i seguenti aspetti: la chiusura della sede di Roma della societa’ Almaviva Contact ha risposto ad una reale ed effettiva necessita’ dell’azienda e, come tale, pienamente legittima. Nell’ambito della procedura l’azienda non ha attuato alcuna condotta discriminatoria o ritorsiva nei confronti dei lavoratori. A fronte di questo chiaro e univoco orientamento della maggioranza dei giudici che hanno finora esaminato la vicenda, sarebbe fuorviante dare amplificato rilievo a una decisione di segno diverso. Tale pronuncia, del tutto legittima, testimonia la sola esistenza di un diverso, ma nettamente minoritario, orientamento presso il Tribunale di Roma. Almaviva Contact, mantenendo ferma la convinzione del proprio corretto operato”, conclude la nota, “dara’ ovviamente attuazione all’ordinanza – riammettendo i lavoratori presso le sedi disponibili, tenendo conto che il sito operativo di Roma e’ chiuso – ma la impugnera’ immediatamente, al fine di revocarne gli effetti in tempi brevi”.

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