Italia si difende a Strasburgo: non violati diritti di Berlusconi

Italia si difende a Strasburgo: non violati diritti di Berlusconi
Corte europea di Strasburgo
22 novembre 2017

La rappresentante dello Stato italiano, Maria Giuliana Civinini, ha negato negato con forza, oggi a Strasburgo, durante l’udienza davanti ai giudici della Corte dei diritti dell’uomo sul caso Berlsuconi, che siano stati violati i diritti dell’ex Cavaliere, o che vi sia stata nei suoi confronti una applicazione “persecutrice e ad personam” della Legge Severino che lo ha reso incandidabile. L’applicazione della Legge ha invece “rispettato scrupolosamente” i diritti dell’ex Cavaliere, con una “decisione legale, giusta e ampiamente motivata”. Civinini, inoltre, ha respinto con fermezza la tesi dei legali di Berlusconi, secondo cui la mancata convalida dell’elezione a senatore di Berlusconi nel 2013, avrebbe costituito una sanzione di natura penale, considerata arbitraria e sproporzionata, contro l’ex Cavaliere. In realtà, ha puntualizzato, è stata una decisione presa dal Senato in applicazione delle sue prerogative. L’azione della magistratura, ha spiegato, “si è limitata a comunicare al Senato, com’era suo dovere, il fatto che Berlusconi era stato condannato per frode fiscale in via definitiva a quattro anni di reclusione”. Una condizione, questa, che per la Legge Severino comporta l’incandidabilità. La rappresentante dello Stato italiano ha aggiunto che “l’articolo 6, paragrafo 1, e l’articolo 7 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo (diritto a un equo processo e principio ‘Nulla poena sine lege’, ndr), non sono applicabili alle leggi elettorali” e che “i diritti soggettivi ed elettorali, attivi e passivi, non sono diritti assoluti”, ma si applicano “con un margine di apprezzamento”, e con “restrizioni al diritto di essere candidato che variano da paese a paese”, e che sono per esempio legate alla salute mentale dell’individuo, alle sue conoscenze linguistiche, al limite di mandato etc.. La legge Severino, ha ricordato, “non riguarda qualunque condanna a più di quattro anni, ma prevede l’ineleggibilità per chi è stato condannato per reati gravi legati al crimine organizzato, alla corruzione nella pubblica amministrazione, alla frode fiscale e all’abuso d’ufficio”. La legge, inoltre, non ha prodotto effetti retroattivi e non è stata applicata retroattivamente, ha detto ancora Civinini, ricordando che Berlusconi era stato eletto al Senato nel febbraio 2013, ovvero dopo l’entrata in vigore, a fine dicembre 2012, del testo sulle condizioni per l’ineleggibilità.

 

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