Renzi e il “due di picche” di Mdp: ma noi siamo in mezzo a gente

Renzi e il “due di picche” di Mdp: ma noi siamo in mezzo a gente
Il segretario del Pd, Matteo Renzi
22 novembre 2017

“L’importante è che il Pd stia in mezzo alla gente”. Matteo Renzi, durante tutta la giornata in treno tra Lazio, Molise e Campania, ostenta distacco rispetto alle questioni “politiche”, cioè il no di Mdp e Sinistra italiana all’ipotesi di coalizione con i Dem. Il leader Dem ha seguito attraverso i lanci delle agenzie l’andamento dell’incontro tra il suo “inviato” Piero Fassino, il vice segretario Maurizio Martina e Cesare Damiano e i capigruppo alla Camera di SI Giulio Marcon e di Mdp al Senato Maria Cecilia Guerra. Ha letto le dichiarazioni di Marcon che al termine dell’incontro scandisce che “non ci sono margini di intesa con chi in questi anni ha fatto politiche sbagliate”. E ha letto anche le dichiarazioni del coordinatore di Mdp Roberto Speranza, che ha ribadito che “se non cambiamo la linea unirsi non ha proprio senso, l’unità in questo modo è inutile”. Il leader dal treno sente Fassino, che esprime pubblicamente “rammarico” per il no della sinistra e assicura che il confronto continuerà “con le altre forze politiche con cui abbiamo iniziato a discutere”. Sono le parole che Renzi sottoscrive e alle quali non vuol aggiugere altro. “Facciamo questo viaggio – risponde ai cronisti a margine della visita al Castello Pandone a Venafro (Isernia) – per discutere dei temi che riguardano gli italiani, le discussioni di natura politica le segue Piero Fassino, rimetto a lui ogni dichiarazione. L’importante è che il Pd stia in mezzo alla gente a parlare e a condividere con le persone”. Per il resto il leader Pd tace e mostra grande serenità, tanto che scherza con Giachetti rimaneggiando una vecchia canzone di ‘Elio e le storie tese’: “Mdp ci ha dato il due di picche…”, canticchia in una pausa del viaggio. “Certo l’esito non era inaspettato – commenta un esponente Dem molto vicino a Renzi – però la strada da qui alla presentazione delle liste è ancora lunga e in Mdp ci sono sensibilità diverse. Tra D’Alema e Bersani, per esempio, c’è una differenza: Bersani di Renzi non vuol sentire parlare, D’Alema a un certo punto ragiona”. E il ragionamento che i vertici del Nazareno fanno è che “se vanno da soli prendono sicuramente meno seggi che in coalizione”. Intanto però l’importante era evitare di restare “con il cerino in mano” e questo obiettivo Renzi e i suoi sono certi di averlo raggiunto. Anche perchè, invece, confida un dirigente Pd, “con Pisapia la trattativa va avanti bene, domani c’è un nuovo incontro tra Fassino e Campo progressista mentre un incontro tra il segretario e l’ex sindaco di Milano non è stato ancora fissato”.

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