Rex Tillerson, per ora, resta al suo posto. Lo ha affermato la Casa Bianca, che non ha però allontanato le voci su un possibile cambio alla guida del dipartimento di Stato, di cui si vocifera da mesi. “Non ci sono annunci da fare, al momento” ha detto la portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders. E proprio quel ‘at this time’, al momento, suona come un destino annunciato per Tillerson, che da tempo è ormai in rapporti irrecuperabili con il presidente Donald Trump. Ieri mattina, la ‘breaking news’ del New York Times: la Casa Bianca ha deciso di sostituire il segretario di Stato, Rex Tillerson, con Mike Pompeo, attuale numero uno della Cia, nelle prossime settimane. un paio d’ore dopo, la risposta della Casa Bianca: “Non ci sono annunci da fare, al momento. E come ha appena detto il presidente, ‘Rex è qui’. Il segretario Tillerson – ha sottolineato Sarah Huckabee Sanders – continua a guidare il dipartimento di Stato e l’intero gabinetto è concentrato sul completamento di questo primo anno dell’amministrazione Trump di incredibile successo”. Poco prima, Trump aveva detto solamente: “È qui. Rex è qui”, rispondendo ai giornalisti che, nello Studio Ovale, gli chiedevano se volesse lasciare al suo posto Tillerson. Il segretario di Stato aveva in programma un intervento durante un evento programmato alla vigilia del World Aids Day alle 15:45 (21:45 in Italia), ma la sua presenza è stata cancellata prima che si dirigesse alla Casa Bianca. Pompeo, attuale capo della Cia, ha un profilo che lo rende molto compatibile con Trump: è un ex ufficiale dell’esercito ed ex deputato ed è stato, in Congresso, una voce del Tea Party. È un ‘falco’, che si è fatto conoscere a livello nazionale come membro della Commissione della Camera sull’attacco di Bengasi, in Libia, nel 2012, in cui morirono l’ambasciatore Christopher Stevens e altri tre cittadini statunitensi.
Un attacco per cui i repubblicani hanno accusato l’allora segretario di Stato, Hillary Clinton, di cui Pompeo è un feroce critico. Grande sostenitore del Patriot Act, la legge voluta per espandere il potere dei corpi di polizia e di spionaggio, ha appoggiato, per ragioni di sicurezza nazionale, la raccolta indiscriminata di dati da parte della National Security Agency, la cui rete di sorveglianza è stata svelata da Edward Snowden, che per lui “dovrebbe essere condannato a morte”. Pompeo è stato molto critico nei confronti dell’amministrazione Obama per l’accordo sul nucleare iraniano ed è stato spesso criticato per la sua retorica contro i musulmani. Pompeo si oppone alla riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama, è membro della National Rifle Association, la lobby delle armi, è contrario alla chiusura del centro di detenzione di Guantanamo e ai provvedimenti che regolano l’emissione di gas serra. Presbiteriano, è contro l’aborto, che dovrebbe essere consentito solo se la vita della donna incinta fosse a rischio, e reso illegale in caso di stupro o incesto. Ha forti legami con le Koch Industries dei fratelli Koch, tra i principali finanziatori del partito repubblicano, che contribuirono alla sua elezione nel 2010 e che da allora lo hanno sempre sostenuto. Il suo posto alla guida della Cia dovrebbe essere preso da senatore Tom Cotton, repubblicano dell’Arkansas, stretto alleato di Trump sulle questioni di sicurezza nazionale e sull’immigrazione. Secondo le fonti del quotidiano, Cotton avrebbe già dato la propria disponibilità per il nuovo incarico. Il New York Times scrive che non è ancora chiaro se Trump abbia dato l’approvazione finale al piano, ma è da tempo pronto a fare grandi cambiamenti al dipartimento di Stato, visti i contrasti con Tillerson. Il piano sarebbe stato sviluppato dal capo di gabinetto, John Kelly, che ne avrebbe discusso con i maggiori consiglieri del presidente.
Secondo il piano, il rimpasto di governo dovrebbe avvenire tra la fine dell’anno e l’inizio del 2018. Già all’inizio di ottobre, il sito Axios scriveva che i rapporti tra i due erano ormai “irrecuperabili”. Tillerson sarebbe stato in passato vicino alle dimissioni, nonostante le smentite e le accuse dell’amministrazione contro i media che diffondono ‘notizie false’. Tillerson, secondo Nbc News, avrebbe definito Trump “un imbecille” di fronte ad alcuni membri dello staff della Casa Bianca. Secondo il racconto della tv, alcuni membri dell’amministrazione avrebbero chiesto a Tillerson, nei mesi scorsi, di non dimettersi e di mantenere l’incarico almeno fino alla fine dell’anno, visti già i licenziamenti e le dimissioni che hanno più volte cambiato il volto del governo in questi mesi di Trump alla Casa Bianca. Trump e Tillerson si sono dimostrati in disaccordo su molti temi importanti, dall’accordo nucleare con l’Iran alla Corea del Nord, fino ai rapporti con i Paesi arabi. La nomina di Tillerson era stato un esperimento sin dall’inizio, visto che nessun presidente degli Stati Uniti aveva mai nominato come segretario di Stato una persona senza esperienze governative, politiche e militari. Trump, che a sua volta è entrato alla Casa Bianca senza esperienza, sperava che Tillerson potesse portare le sue qualità di manager al servizio della diplomazia, dopo 41 anni alla Exxon Mobil. Così non è stato, almeno per il presidente. La scelta di Pompeo, che già siede al tavolo della Situation Room (dove si discute di sicurezza e intelligence), renderebbe la sostituzione meno caotica. Alcuni, nell’amministrazione, preferirebbero invece Nikki Haley, l’attuale ambasciatrice alle Nazioni Unite.