Wto, l’Organizzazione al bivio tra cambio regole e pretese Trump

Wto, l’Organizzazione al bivio tra cambio regole e pretese Trump
9 dicembre 2017

Buenos Aires si prepara ad accogliere, con la cerimonia inaugurale di domani pomeriggio, la undicesima Conferenza ministeriale della Organizzazione mondiale del commercio, la prima senza una dichiarazione congiunta dei ministri al commercio sugli obiettivi condivisi del vertice. Questa sarà, dunque, una tappa politicamente molto complessa per la vita della Wto, probabilmente la più difficile dopo il collasso del 1999 a Seattle, che potrebbe però portare a un cambiamento radicale del funzionamento dell’organizzazione. Dal quartier generale di Ginevra, infatti, i negoziatori hanno portato in Argentina alcune dichiarazioni di singoli Paesi o plurilaterali, che spingerebbero comunque avanti i lavori dopo la ministeriale su nuovi temi scottanti come l’e-commerce, le medie e piccole imprese, la facilitazione degli investimenti, rompendo il “single undertaking”, ossia la modalità tradizionale di decidere tutti i Paesi insieme su tutti i temi al tempo stesso, per garantire un bilanciamento generale di eventuali perdite e guadagni per tutti i membri della Wto. Il Governo argentino guidato da Mauricio Macri, che ha appena raccolto dalla Germania la presidenza del G20 per il 2018, è intenzionato a far riuscire a tutti i costi la ministeriale, pur forzando, se necessario, la mano con le regole. Può contare sull’appoggio degli altri Paesi emergenti membri del Mercosur, primi tra tutti il Brasile patria del Dg della Wto Roberto Azevedo, con i quali sta spingendo per portare a casa un accordo bilaterale di facilitazione commerciale con l’Unione europea (Eu-Mercosur) sul quale dichiareranno probabilmente in questi giorni la propria soddisfazione.

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Per vincere le resistenze di India, Paesi Africani e Cina ai temi sul tavolo, la presidente argentina della ministeriale Susana Malcorra, ex ministra argentina agli Esteri, ha incaricato 5 facilitatori – introdotti per la prima volta in questo vertice – per spingere verso una convergenza sui 5 temi più controversi: il destino delle misure per lo sviluppo – introdotte con la ministeriale di Doha, mai rese effettive e ora a un passo dalla cancellazione -, poi la facilitazione dell’e-commerce, i servizi, la pesca e l’agricoltura. Il primo ministro argentino, al fine di minimizzare il dissenso interno, ha anche ottenuto nei giorni scorsi l’espulsione dal vertice di circa 60 esperti di Ong e sindacati che tradizionalmente partecipano ai negoziati Wto come osservatori, insieme ai lobbisti delle imprese, per offrire ai negoziatori dei propri Governi un punto di vista “terzo” rispetto all’andamento delle trattative. Una vera “lista nera” è stata prodotta dai servizi di sicurezza e alcuni esperti europei sono stati bloccati alla frontiera e rispediti a casa, suscitando una reazione perplessa anche da parte della commissaria europea al Commercio Cecilia Malmstrom che, in una lettera al ministro degli Esteri argentimp Jorge Marcelo Faurie aveva espresso la sua preoccupazione per il bando e l’auspicio che questa decisione venisse rivista.

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La vera incognita sul destino del vertice, però, è rappresentata dalla posizione del presidente Usa Donald Trump. Gli Stati Uniti hanno, infatti, impedito agli altri membri di raggiungere una dichiarazione comune a Ginevra prima della ministeriale e stanno bloccando la nomina di giudici per il Tribunale delle dispute della Wto, impedendo di fatto all’organizzazione di decidere chi rispetta e viola le regole negoziate fino ad oggi. L’atteggiamento che Trump sembra voler mantenere è quello di accettare i tavoli che potrebbero portare benefici all’economia americana, con la cancellazione delle regole a favore dello sviluppo dei Paesi emergenti decise a Doha nel 2001, bloccando tutti gli altri e spingendo, così, per un cambiamento radicale della struttura decisionale della Wto. I tre giorni della ministeriale di Buenos Aires dimostreranno se l’organizzazione è pronta a cambiare pelle per assecondare queste pressioni dei nuovi e vecchi leaders del commercio globale, o si arrenderà all’inconcludenza registrata negli ultimi anni.

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