Sergio Mattarella lancia un appello al voto. In piena campagna elettorale, il presidente non entra nel dibattito politico, ma ricorda a tutti che la responsabilita’ della comunita’ nazionale ricade sulla politica e sulle istituzioni, ovviamente, ma anche su ogni singolo cittadino, ogni giorno e anche nell’espressione del voto. Per la terza in un mese, il Presidente della Repubblica ricorda l’importanza del diritto di voto e, in una lunga intervista a Famiglia cristiana, invita i cittadini a informarsi sulle scelte politiche, per “comprenderle, ed eventualmente criticarle, prima di giudicarle sommariamente”. Nel discorso alle Alte cariche e nel messaggio di auguri di fine anno, Mattarella aveva chiesto ai partiti di avanzare proposte realistiche e credibili ed insieme si era augurato un calo dell’astensionismo. Ora, a quarantacinque giorni dalle elezioni, Mattarella rinnova l’appello a contribuire alla vita del Paese, perche’ la crescita dell’astensionismo “costituirebbe il sintomo di un indebolimento della fiducia nelle istituzioni comuni e quindi uno stato di salute meno florido della democrazia”. In un clima di antipolitica strisciante, il Presidente ricorda poi a tutti i cittadini che “non si puo’ configurare una contrapposizione tra istituzioni mal frequentate e una mitizzata ideale societa’ civile: sappiamo che non e’ cosi'”. Soprattutto perche’, accanto agli indubbi oneri di responsabilita’ di chi ha “compiti istituzionali”, tutti nessuno escluso siamo chiamati “a far la nostra parte, nei ruoli propri, per il bene comune”. Il cittadino non si deve considerare “un creditore che esige soltanto ma avverte che siamo tutti, contemporaneamente, creditori e debitori nei nostri comportamenti. Nessuno deve chiamarsi fuori o limitarsi a guardare”.
Anche gli elementi di disgregazione presenti nella societa’, “risentimento, talora addirittura rancore”, che sono “pericolosi” ed “emergono sovente in quel gran contenitore di ogni cosa che e’ il Web”, hanno un bilanciamento nella societa’ reale fatta di persone che si impegnano nel loro lavoro e per gli altri, a volte anche “con abnegazione straordinaria” e “gesti generosi nelle emergenze”. Questa consapevolezza di una Italia profonda “ci consente di affrontare con fiducia il futuro”. Il Capo dello Stato enuncia solo alcuni paletti fondamentali e alcune esigenze insopprimibili del Paese: la cornice europea e il valore del lavoro. Accanto all’asse trainante di Francia e Germania, sottolinea, “l’Italia e’ presente nelle proposte e nella loro discussione”. E la finestra temporale fino alle elezioni europee del 2019 e’ da sfruttare al massimo perche’ dopo “si presentera’ un altro orizzonte”. Sono in lizza due “sensibilita’ diverse”, ricorda Mattarella: “una che tende a un’immagine di Europa ‘fortezza’, divisa al proprio interno da una mediocre contesa circa l’accaparramento di residui benefici, l’altra consapevole che i valori di liberta’ e democrazia, benessere e diritti, su cui si fonda l’idea di Europa – come ha dimostrato la lungimirante e generosa inclusione dei popoli dell’area centro-orientale del continente reduci dall’esperienza sovietica – sono validi laddove vengano condivisi con i Paesi a noi geograficamente vicini”. Quanto al lavoro, per il Capo dello Stato la disoccupazione, se pure e’ calata, “resta l’emergenza principale del nostro Paese”.
“Scontiamo anzitutto gli effetti della gravissima crisi degli anni passati” a cui si affianca “il fenomeno dei mutamenti delle forme di occupazione, sospinti dalla tecnologia e dalla globalizzazione. Vanno scomparendo alcuni lavori tradizionali, si affacciano nuove figure professionali”. Dunque “la sfida e’ di grande impegno. Per vincerla servono inventiva e voglia di mettersi in gioco, per aumentare il ritmo della ripresa economica e far crescere l’occupazione, garantendo, in forme parzialmente nuove ma certe, diritti e sicurezza. Vi e’ un circuito virtuoso tra il lavoro, la dignita’ delle persone e la loro piena cittadinanza, la democrazia”. Al settimanale con la maggiore diffusione nelle parrocchie non sfugge ovviamente il rapporto di grande sintonia tra il Presidente della Repubblica e il Papa. E la sintonia si e’ registrata sia nei due incontri ufficiali che in quelli privati riferisce Mattarella, che si dice “entusiasta” del magistero di Papa Bergoglio. E nel settantesimo anniversario della Costituzione, il Capo dello Stato sottolinea la “grande efficacia” della prima parte della Carta dedicata ai principi e ai valori di convivenza. Ma, al netto delle modifiche apportate e di quelle fallite, Mattarella, alla vigilia di un tornante politico e istituzionale cruciale per il Paese, ricorda qual e’ il suo ruolo: “Non sta a me dire se le iniziative di modifica, realizzate o non riuscite, siano state opportune o inopportune. Sta invece a me dire, e far si’, che la Costituzione in vigore venga rispettata e osservata non soltanto nei suoi principi, ma anche nella sua seconda parte”.