Sempre più regioni non si assicurano contro i rischi di responsabilità civile nei casi di malasanità. Solo Valle d’Aosta e la Provincia di Bolzano si affidano ancora interamente al mercato assicurativo per rimanere indenni dagli effetti degli errori medici. Per il resto gli enti locali gestiscono per proprio conto le richieste di risarcimenti con schemi regionali o affidati alle singole Asl. E se si rivolgono ad un assicuratore, lo fanno solo per coprire i sinistri di maggiore entità (per importi superiori ai 250-500 mila euro). E’ la foto emersa grazie al dossier dell’Ania “Malpractice, il grande caos”, dedicato al fenomeno sempre meno governato della medical malpractice negli ospedali italiani. Autore del report, il giornalista Riccardo Sabbatini. “Gli assicuratori italiani intendono tornare a svolgere pienamente il proprio ruolo nella copertura dei rischi medici dando certezze ai pazienti vittime di “eventi avversi” e ai medici che svolgono la loro attività, ha assicurato il presidente dell’Ania Aldo Minucci. Per farlo bisogna circoscrivere la responsabilità dei medici e delle strutture sanitarie; attuare idonee misure di gestione del rischio attraverso la nomina di un risk manager in tutti gli ospedali; porre un tetto ai danni non patrimoniali con l approvazione delle tabelle di risarcimento dei danni biologici; definire linee guida mediche validate anche per contrastare il fenomeno della medicina difensiva che pesa per oltre l 11% sulla spesa sanitariaGli ultimi dati pubblicati dall’Ania riflettono il trend: i premi delle coperture assicurative è diminuita nel 2012 del 4,3%. E nello stesso anno sono stati denunciati 31mila sinistri, in leggero calo rispetto all’anno precedente ma con una diminuzione più consistente, l’8% rispetto al 2010 quanto le richieste di risarcimento raggiunsero il picco.
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