Una poltrona di consolazione a Manconi, l’ex Lotta Continua all’Unar

Una poltrona di consolazione a Manconi, l’ex Lotta Continua all’Unar
Il senatore, Luigi Manconi
4 febbraio 2018

La nomina arriva puntuale: Luigi Manconi direttore dell’Unar. Una poltrona per una mancata candidatura alle Politiche. Legittima considerazione, data la tempistica: lunedì liste elettorali chiuse, poco dopo quarantott’ore, l’annuncio di Paolo Gentiloni. Puntualità svizzera, quella del premier, che nel senatore uscente certamente avrà visto le qualità indispensabili per il delicato incarico ai vertici dell’ufficio nazionale anti discriminazioni razziale, istituito nel 2003 e che fa capo alla stessa presidenza del Consiglio. Infatti, dato le delicate questioni che l’Unar tratta, serve, innanzitutto, una persona al di sopra delle parti, o come la definivano i latini, ‘super partes’. Certamente, Manconi è uomo del Nazareno, nonostante il suo nome è stato sbianchettato da Matteo Renzi dalla lista degli aspiranti parlamentari. Certamente, il senatore uscente Pd, è uno dei più grandi sostenitori delle adozioni per le coppie dello stesso sesso. Ed è anche uno dei partecipanti allo sciopero della fame, inscenato lo scorso ottobre, per sollecitare il Parlamento a discutere la legge sullo Ius soli. Quanto basta per far scatenare un putiferio. Per Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, la nomina di Manconi “avviene in oltraggio a mesi di trattative portate avanti dal Comitato per individuare una personalità sopra le parti, sensibile alle istanze delle diverse componenti che animano la società italiana e capace di riportare l’Unar alle sue funzioni originarie, ovvero la lotta alle discriminazioni per razza e religione, dopo gli scandali che hanno portato alle dimissioni dell’ex presidente Spano”. Gli scandali a cui fa riferimento il neurochirurgo, sono emersi dopo un servizio televisivo da cui venina fuori che l’Unar, durante la presidenza del 39enne, Francesco Spano, aveva assegnato un bando da 55mila euro a un’associazione cui fanno capo alcuni circoli, saune e centri massaggi in cui si praticherebbe la prostituzione maschile e si svolgerebbero orge. La notizia aveva fatto tremare Palazzo Chigi. E così, nel febbraio scorso, Spanò è stato chiamato dal sottosegretario, Maria Elena Boschi, per depositare le chiavi dell’ufficio. In sostanza, per Family Day, la nomina del senatore Pd rappresenta “un paracadute d’eccellenza per chi è stato volutamente fatto fuori dalla corsa alle elezioni”. L’Unar è anche contestato dalle associazioni di famiglie e genitori da quando promosse nel 2010 la “Strategia Nazionale LGBT”: un grande piano di promozione in tutti gli ambiti della società, a partire dalle scuole, delle istanze politiche e culturali della comunità gay, finanziato con 10 milioni di euro. Da qui la petizione dell’associazione per l’abolizione di ” un ente evidentemente inutile e ideologico”.

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