Schulz rinuncia alla poltrona di ministro. E salta Grande Coalizione

9 febbraio 2018

In Germania salta il tavolo, almeno all’interno del partito socialdemocratico: due giorni dopo il faticoso accordo di Grande Coalizione, i vertici Spd hanno costretto Martin Schulz a rinunciare alla poltrona di ministro degli Esteri nel futuro governo a guida Angela Merkel. “Rinuncio ad entrare a far parte del governo federale e allo stesso tempo imploro tutti affinché questa decisione metta fine al dibattito a livello personale” all’interno del partito socialdemocratico. Il riferimento è al durissimo attacco rivolto a Schulz dal collega di partito e ministro degli Esteri uscente Sigmar Gabriel che con un intervento sul gruppo editoriale Funke lo aveva accusato di aver mancato alla parola data all’indomani delle elezioni. “Resta il dispiacere di vedere fino a che punto, da noi (nel partito socialdemocratico, ndr) ci si muova con poco rispetto gli uni verso gli altri e di constatare che la parola data conta così poco”, aveva affermato Gabriel. Infatti Martin Schulz, che all’indomani delle elezioni di settembre aveva escluso categoricamente di entrare a far parte di un esecutivo a guida Merkel, aveva fatto inversione a U, auspicando di occupare la poltrona degli Esteri. Poltrona per la quale aveva anche annunciato di lasciare la presidenza del partito a favore di Andrea Nahles.

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La Grande Coalizione tra conservatori e socialdemocratici deve ancora ottenere, per dare finalmente alla Germania un governo dopo quasi cinque mesi di latitanza, il via libera da parte della base della Spd. Sull’esito non vi è alcuna certezza e Schulz ha pertanto spiegato di volersi tirar fuori dal gioco proprio per togliere carte agli avversari. “Il dibattito sulla mia persona minaccia il successo del voto. Con la presente dichiaro quindi di rinunciare al mio ingresso nel governo”, si legge nel comunicato rilasciato da Schulz. Il voto del mezzo milione di iscritti Spd è previsto tra il 20 febbraio e il 2 marzo, poi tutte le urne verranno portate nella Willy-Brandt-Haus, la sede federale della Spd a Berlino, e scrutinate il giorno successivo. I risultati dovrebbero essere resi noti il 4 marzo. Il quarto governo Merkel in ogni caso non nasce in acque tranquille: le critiche infatti non sono solo nella Spd ma anche nel campo conservatore: molti nel partito di Merkel le rimproverano di aver ceduto troppo per ottenere l’accordo con la Spd, sia in termini di programma di governo sia di poltrone ministeriali.

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