“I sondaggi ci dicono che la vittoria e’ vicina, no a salti nel buio, ogni voto non dato al centrodestra porta alla paralisi”, afferma Berlusconi ma la sua decisione di rilanciare l’ipotesi che Gentiloni possa ancora restare a palazzo Chigi nell’eventualita’ di una impasse post-urne fa irritare gli alleati di FI. Le premesse sono obbligatorie. La prima: “Naturalmente spetta al Capo dello Stato, decide il Capo dello Stato cosa fare”, dice il Cavaliere. La seconda: l’eventualita’ e’ valida “se non ci sara’ una maggioranza certa dopo le elezioni” e non ci sarebbe la possibilita’ di votare subito. “Non avremmo – la tesi del Cavaliere – altra scelta che mandare avanti questo governo, magari modificando la legge elettorale e facendone una migliore, anche se non so se ci sarebbe una maggioranza in Parlamento per cambiare la legge elettorale”. “Non se ne parla, sono contro ogni tipo di inciucio e minestrone. Chi sceglie la Lega sceglie il prima gli italiani. Chi vota Lega sceglie la chiarezza, noi non andremo mai a sostenere governi con altri, col Pd, coi grillini”, afferma Salvini. “No ad inciuci”, ripete Giorgia Meloni che ha organizzato una manifestazione per il 18 febbraio. L’ex presidente del Consiglio gia’ aveva illustrato il suo ragionamento qualche settimana fa. ‘obiettivo e’ la vittoria ma Berlusconi apprezza da tempo la moderazione e i toni di Gentiloni. Altre figure del Pd o interne al centrosinistra, come Calenda, Minniti o Padoan non vengono prese in considerazione.
Mentre lo scenario di promuovere una permanenza del premier all’esecutivo e’ legato anche alla volonta’ di inviare messaggi al Capo dello Stato e ai leader internazionali. Per assicurare – sempre in caso di impasse – una continuita’ e una stabilita’ al Paese che tra pochi mesi dovra’ affrontare una legge di bilancio delicata. Del resto – sottolineano fonti parlamentari azzurre – vincere di poco potrebbe causare piu’ danni che vantaggi, per questo motivo e’ necessario un successo ampio. L’ambizione in Fi e’ di portare la coalizione oltre al 40%, il 42% verrebbe visto come un ‘tetto’ rassicurante, ma sotto l’asticella minima il rischio – spiegano le stesse fonti – e’ quello di dar vita ad una fase ancora piu’ difficile. Da qui l’ipotesi ribadita oggi. Del resto il Cavaliere nella partita della legge elettorale aveva cercato di portare avanti la tesi del proporzionale puro che avrebbe portato il Paese alle larghe intese. ‘Assolutamente no”, dice Berlusconi ma nonostante il via libera al ‘Rosatellum’ e la convinzione di poter portare il centrodestra alla vittoria lo scenario della Grossa coalizione, non sarebbe del tutto tramontato. “Anche se – aggiunge un dirigente di FI – al momento il Pd non avrebbe neanche i numeri”. Intanto continuano le schermaglie tra FI e Lega con Giorgia Meloni che sottolinea come Berlusconi e Salvini siano distanti su diversi argomenti. Il Cavaliere derubrica le posizioni dell’alleato Matteo Salvini sull’Islam a uscite “pirotecniche” per guadagnare voti in campagna elettorale. “Sono contrario – poi afferma – al ritorno della leva militare obbligatoria”. Affondo anche sul pd: “la sinistra non capisce che i rigurgiti di fascismo” sono legati alla mancanza di sicurezza.