Siria, alimenti in cambio di sesso. Ong umanitarie chiudono occhio

Siria, alimenti in cambio di sesso. Ong umanitarie chiudono occhio
27 febbraio 2018

Casi di donne sfruttate sessualmente da uomini addetti alla consegna e distribuzione degli aiuti umanitari. Succede anche questo nella martoriata Siria dove nell’ultima settimana sono morte circa 600 persone. Nel rapporto, dal titolo “Voices from Syria 2018”, è scritto: “Sono stati forniti esempi di donne o ragazze che hanno persino sposato addetti delle agenzie umanitarie per un breve periodo di tempo per fornire “servizi sessuali” in cambio di pasti; distributori che chiedono numeri di telefono di donne e ragazze o concedono passaggi in auto a casa “per avere qualcosa in cambio”, ad esempio “passare una notte con loro”. Nonostante i primi allarmi siano emersi già tre anni fa, il nuovo rapporto dimostra che gli episodi si moltiplicano sebbene le agenzie delle Nazioni Unite abbiano proclamato tolleranza zero verso questo tipo di sfruttamento. Alcuni operatori umanitari hanno detto alla Bbc che gli abusi sono talmente diffusi che alcune donne siriane si rifiutano di recarsi nei centri di distribuzione perché questo significa implicitamente mostrarsi disponibili ad offrire se stesse in cambio di aiuti umanitari da portare a casa. Secondo Danielle Spencer, consulente umanitaria che lavora per un ente di beneficenza, alcune agenzie umanitarie stanno chiudendo un occhio sugli abusi in quanto si stanno servendo di organizzazioni terze e funzionari locali per distribuire aiuti in zone pericolose della Siria dove lo staff internazionale non può avere accesso. Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) ha condotto una valutazione delle violenze di genere nella regione lo scorso anno e ha concluso che l’assistenza umanitaria viene scambiata con sesso in numerose province della Siria. “Donne e ragazze senza una protezione maschile – continua il rapporto – come vedove o divorziate o ancora sfollate senza familiari sono considerate come particolarmente vulnerabili da un punto di vista dello sfruttamento sessuale”.

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La Spencer ha ascoltato le accuse di donne siriane in un campo profughi in Giordania nel marzo del 2015. ”Erano sconvolte. Gli aiuti venivano distribuiti in cambio di sesso”, aveva denunciato Spencer. Qualche mese dopo, nel giugno del 2015, l’International Rescue Committee aveva denunciato che su 190 donne e ragazze a Dara’a e Quneitra circa il 40 per cento aveva subito violenza sessuale mentre cercavano di avere assistenza, tra cui aiuti umanitari. ”La violenza sessuale aveva una diffusione preoccupante, anche nella distribuzione di aiuti umanitari”, aveva denunciato l’organizzazione. Le denunce furono presentate alle Agenzie Onu e alle organizzazioni caritatevoli internazionali in una riunione organizzata dall’Unpfa ad Amman il 15 luglio del 2015. Una portavoce di Oxfam ha raccontato che l’organizzazione non ha lavorato con i consigli locali per la distribuzione di aiuti nel sud della Siria. “Il nostro lavoro in Siria è stato in gran parte focalizzato sulla fornitura di hardware su larga scala per la distribuzione di acqua alle comunità siriane, piuttosto che indirizzare gli aiuti a individui o famiglie specifiche – ha spiegato – Non abbiamo ricevuto denunce sullo sfruttamento sessuale intorno alla consegna degli aiuti nel 2015, ma abbiamo una politica di tolleranza zero in merito”. Un portavoce dell’Unhcr ha parlato di informazioni insufficienti per adottare provvedimenti contro persone o organizzazioni accusate di sfruttamento sessuale delle donne in Siria. Tuttavia l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha commissionato una nuova inchiesta per avere maggiori informazioni e adottare misure di prevenzione e di segnalazione.

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