Corruzione in atti giudiziari, arrestato giudice e imprenditore Ricucci

1 marzo 2018

L’imprenditore Stefano Ricucci e il magistrato Nicola Russo, giudice della Commissione tributaria del Lazio e consigliere di Stato, gia’ sospeso dal servizio, sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza. L’accusa nei loro confronti ipotizzata dalla Procura d Roma e’ corruzione in atti giudiziari. In manette anche un altro imprenditore, Liberato Lo Conte. Secondo inquirenti e investigatori l’accordo prevedeva l’aggiustamento di una sentenza in cambio di denaro e altre utilita’. E’ l’esito di un’indagine per corruzione in atti giudiziari condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza con il coordinamento della Procura capitolina. Gli arresti sono stati eseguiti dai militari del Comando Provinciale di Roma. Dagli accertamenti investigativi e’ emerso un accordo corruttivo tra i tre indagati, legato all’emissione di una sentenza ‘pilotata’ nell’ambito di un contenzioso tributario tra la Magiste Real Estate Property (riconducibile a Ricucci) e l’Agenzia delle Entrate, che ruotava attorno al riconoscimento di un credito Iva di oltre 20 milioni di euro, vantata dalla stessa societa’ nei confronti dell’Erario.

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Gli approfondimenti eseguiti sulla documentazione e sui file che vennero sequestrati gia’ nel 2016 (nel contesto dell’operazione ‘Easy judgement’ culminata con gli arresti di Ricucci e dell’imprenditore Mirko Coppola) hanno permesso di accertare le responsabilita’ dei protagonisti della vicenda. Russo, scrive il gip nella misura cautelare, era legato agli indagati “da vincoli di fiducia basati sull’amicizia, comune colleganza di interessi e frequentazione, alla base dell’accordo illecito corruttivo concretato anche in regalie e disposizioni economiche e di favore”, consistenti, fra l’altro, nel pagamento di cene e serate in hotel di prestigio, ristoranti e locali notturni romani. Il magistrato, anziche’ astenersi come avrebbe dovuto in quanto in conflitto di interessi, avrebbe favorito i suoi ‘amici’, nella sua qualita’ di relatore ed estensore della sentenza di secondo grado, favorevole alla Magiste, che aveva riformato la precedente pronuncia della Commissione Tributaria Provinciale, di segno opposto.

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