Il Pd vuole evitare la conta interna. Per Renzi, un partita soltanto da vincere

Il Pd vuole evitare la conta interna. Per Renzi, un partita soltanto da vincere
L'ex segretario del Pd, Matteo Renzi
22 marzo 2018

Evitare la conta interna. Il Partito Democratico traccia l’ennesima tappa di un percorso “molto delicato” per dirla con Maurizio Martina. Al Nazareno, infatti, è un continuo gioco a massacro. A Riaccendere gli scontri – a dire il vero mai finiti – i nuovi capigruppo dem. Riunioni più volte fissate e altrettanto rinviate. Nulla di fatto, finora. Intanto, la conta minacciata dai renziani è sempre pronta a scattare. Sulla carta i numeri sarebbero a favore dell’ex-segretario. Ma le minoranze non mollano: “Se si andasse a una conta il rischio di spaccare il gruppo è concreto”. Ma la vera guerra fratricida si sta consumando per la nomina dei capigruppo dem e per la quale tutto è stato ancora una volta rinviato a martedì. I renziani insistono sulla coppia Lorenzo Guerini-Andrea Marcucci. Le minoranze e un pezzo della maggioranza, invece, come rimarca Luigi Zanda, chiedono maggiore discontinuità. Come dire, Renzi sempre nel mirino. Ma l’ex premier sa bene che in questa partita non può pareggiare: o vince o perde. E la sconfitta sarebbe letale soprattutto per lui. Martina, nel frattanto, sempre più equilibrista che reggente, tenta di non far crollare l’attuale castello di carte: “Dovete farvi carico e dobbiamo farci carico di un lavoro unitario e plurale”. E ha ragione. Per l’ex ministro, infatti, sarà dura tenere la rotta in questa tempesta fino alla formazione del nuovo governo, che potrebbe vedere luce non prima di un mese. O forse più.

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