Ex spia avvelenata, oltre 100 diplomatici russi espulsi. Cremlino: “Reagiremo”

Ex spia avvelenata, oltre 100 diplomatici russi espulsi. Cremlino: “Reagiremo”
Il primo ministro britannico, Theresa May
26 marzo 2018

Oltre 100 diplomatici russi espulsi in totale dagli Stati Uniti, da 14 Paesi europei tra cui l’Italia, da Canada e Ucraina: dopo la Gran Bretagna, arriva la risposta del resto dell’Occidente all’avvelenamento con il gas nervino su suolo britannico di un’ex spia del Kgb e della figlia, un’operazione condotta “molto probabilmente” dal governo di Mosca. Gli Usa hanno espulso 60 diplomatici che sarebbero legati all’intelligence di Mosca: 48 dall’ambasciata russa a Washington, 12 di base alle Nazioni Unite a New York. Chiuso il consolato russo a Seattle. I diplomatici hanno una settimana di tempo per lasciare, insieme alle loro famiglie, il suolo statunitense, in una mossa di inusitata durezza, soprattutto per un’amministrazione come quella di Trump spesso accusata di essere troppo morbida con Vladimir Putin. Germania, Francia e Polonia cacciano ciascuno 4 diplomatici con un passato nell’intelligence. Lituania e Repubblica Ceca ne espellono tre; Danimarca, Italia e Olanda due ciascuno. L’Ucraina, che non e’ membro dell’Ue, ne espellera’ 13, il Canada (membro Nato) quattro. L’Italia ha deciso l’espulsione di due funzionari dell’ambasciata russa a Roma in connessione con l’avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal nel Regno Unito, ha annunciato la Farnesina.

L’ex agente è stato avvelenato con la figlia Yulia a Salisbury con gas nervino

“A seguito delle conclusioni adottate dal Consiglio Europeo del 22 e 23 marzo scorso, in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con partner europei e alleati NATO, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha notificato oggi la decisione di espellere dal territorio italiano entro una settimana due funzionari dell`Ambasciata della Federazione Russa a Roma accreditati in lista diplomatica”, fa sapere la Farnesina. Anche la Finlandia ha annunciato l’espulsione di un diplomatico russo di stanza a Helsinki in seguito alla vicenda dell’avvelenamento dell’ex spia russa Sergey Skripal. Per la Finlandia l’avvelenamento di Skripal “è una minaccia grave contro la sicurezza di tutta l’Europa”. In tutto 14 Paesi Ue hanno annunciato che espelleranno diplomatici russi. A fianco del Regno Unito anche il Canada che ha annunciato l’espulsione di quattro diplomatici russi in seguito all’avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal in Gran Bretagna. Immediata la reazione del Cremlino. “Si capisce che questo passo ostile di questo gruppo di Paesi non passera’ senza conseguenze, reagiremo”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri. A detta del dicastero, sul caso Skripal la Gran Bretagna ha una posizione “ipocrita”.

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Mosca continua a denunciare di non aver ricevuto da Londra alcuna informazione su quello che e’ stato un attentato alla vita di cittadini russi, Sergei Skripal e sua figlia Yulia. Il Cremlino ha già fatto sapere che risponderà sulla base del principio di “reciprocità ed e’ attesa a breve l’espulsione di 60 diplomatici americani”. L’ex agente è stato avvelenato con la figlia Yulia a Salisbury con gas nervino. Londra ha puntato il dito contro Mosca e diversi paesi occidentali, dopo la stessa Gran Bretagna, hanno deciso espulsioni di diplomatici russi. “La straordinaria risposta internazionale da parte dei nostri alleati entra nella storia come la più grande espulsione collettiva di agenti dell’intelligence russa e contribuirà a difendere la nostra comune sicurezza”: così il ministro britannico degli Esteri, Boris Johnson, dopo l’annuncio di una raffica di espulsioni di diplomatici russi da Paesi Ue, dagli Usa e dal Canada. “La Russia non può impunemente violare le regole internazionali”, ha concluso Johnson in un tweet. Al coro si aggiunge la premier britannica Theresa May, secondo la quale, le espulsioni di diplomatici russi dai Paesi Ue, dagli Usa e dal Canada, sono un “avvertimento alla Russia a non beffarsi del diritto internazionale” e una “risposta forte alla minaccia” che Mosca “pone a tutti noi”. May ha ringraziato gli alleati europei e Nato per la “solidarietà”.

“La più grande espulsione collettiva di agenti dell’intelligence russa”

Gli Usa, intanto, hanno annunciato la decisione di espellere 60 “spie” russe come reazione al caso dell’avvelenamento dell’ex spia russa Sergey Skripal in Gran Bretagna, attribuito a Mosca. Il presidente Donald Trump ha firmato un ordine che prevede anche la chiusura del consolato di Seattle, che si trova vicino a una base della Marina militare; i funzionari russi dovranno lasciare gli Stati Uniti entro sette giorni. L’amministrazione statunitense sostiene che le 60 “spie” abbiano approfittato della copertura diplomatica per lavorare negli Stati Uniti. Del totale, 48 russi lavorano in ambasciata e 12 alla missione russa presso le Nazioni Unite. La decisione è stata presa a una settimana dalla telefonata tra il presidente Donald Trump e l’omologo russo, Vladimir Putin, durante la quale non era stato affrontato il caso Skripal, su cui Mosca ha negato responsabilità. Parlando con Axios, i funzionari statunitensi hanno detto che “la porta al dialogo resta aperta” con la Russia, ma solo dopo che avrà ammesso le sue responsabilità nell’attacco.

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“Quando attacchi i nostri amici, affronterai serie conseguenze” ha commentato una fonte. Secondo un altro funzionario, il caso Skripal è solo l’ultimo di una lunga serie di tentativi della Russia di “indebolire la pace e la stabilità internazionale”. La mossa degli Stati Uniti fa parte di una risposta coordinata dell’Occidente all’attacco su suolo britannico. Come spiegato in una nota dalla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha ordinato l’espulsione dei funzionari d’intelligence russi e la chiusura del consolato “per via della sua vicinanza a una delle nostre basi di sottomarini e a Boeing”. La nota spiega che l’azione degli Stati Uniti “si unisce a quella dei nostri partner e alleati Nato in risposta all’uso, da parte della Russia, di un’arma chimica di tipo militare sul territorio del Regno Unito, l’ultima delle sue attività destabilizzanti nel mondo”.

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