Continua il braccio di ferro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini: il capo politico del M5s rivendica per sè l’incarico a formare un governo, mettendo sul piatto i voti al M5s contro quelli della Lega, il segretario leghista gli risponde ricordando che il centrodestra è la prima coalizione. Nessuno si sposta dalle rispettive trincee, dunque, almeno nelle dichiarazioni che precedono il probabile faccia a faccia prima delle consultazioni, presumibilmente alla ripresa dei lavori martedì. Il giorno perfetto, visto che il calendario delle consultazioni ufficializzato dal Quirinale parte da mercoledì, per concludersi il giorno dopo. Intanto, continuano le schermaglie tra i due vincitori delle elezioni. Di Maio rivendica “il doppio dei voti” ottenuti rispetto a Salvini, il quale ribatte con il ‘monte’ del centrodestra. Ma il leader M5s aggiunge alla guerra di posizione l’annuncio che “convergenze sui temi ci sono, sia destra che a sinistra”. Come a dire, sono già avanti nella regia per la definizione di un possibile programma di governo. Stamattina infatti i capigruppo M5s hanno incontrato gli omologhi di Fi, Lega e LeU. Mentre hanno disertato i colloqui i rappresentanti di FdI e Pd.
E contro i Dem si scaglia ancora Di Maio: “Si sottraggono al confronto, stanno ancora portando avanti la linea di porsi come freno al cambiamento chiesto dai cittadini”. Ma intanto l’accordo tra M5s e centrodestra tiene anche sulle vicepresidenze: i due blocchi fanno incetta di questori e segretari, e gli unici ‘travasi’ di voti si registrano sui questori di Montecitorio. Quarantasette voti in più per Riccardo Fraccaro rispetto ai numeri dell’M5s alla Camera, rispettivamente una trentina e una cinquantina in meno in meno per il forzista Fontana e l’esponente di FdI Cirielli. In questo modo sarà Fraccaro il questore anziano. E visto che il Pd ha tenuto compatto sui suoi candidati, gioco forza in voti in più per il pentastellato sono arrivati dal centrodestra. Segno di una trattativa che prosegue, e che appunto potrebbe vedere un punto di svolta nel faccia a faccia tra i leader. Perchè abbocchi tra le rispettiva diplomazie – si racconta – avvengono anche sul Def. E sul programma in serata arriva l’apertura di Toninelli sulla flat tax cara ai leghisti: “Io sono molto, molto, contento che Matteo Salvini abbia aperto sul reddito di cittadinanza e con lui Giorgetti: allo stesso modo noi potremmo dire loro che se la flat tax è costituzionale e include i poveri noi non chiudiamo mai”.