Cambridge Analytica colpisce anche l’Italia

5 aprile 2018

Sono poco piu’ di 214.000 gli utenti italiani di Facebook ai cui profili ha avuto accesso Cambridge Analytica, secondo quanto reso noto dal social network in una conference call. Il ‘contagio’ e’ partito dai 57 utenti italiani che hanno istallato l’app thisisyourdigitallife creata dal matematico Alexander Kogan per Cambridge Analytica. Da questi 57 profili, la societa’ ha avuto accesso ai loro amici di Facebook, per un totale di 214.123 profili. La maggioranza degli 87 milioni di profili complessivamente violati appartiene a utenti statunitensi (oltre 70,6 milioni). Al secondo posto le Filippine con 1,17 milioni, seguite da Indonesia con 1,09 e in quarta posizione dalla Gran Bretagna con 1,07 milioni di profili usati impropriamente. Tutti gli altri Paesi sono sotto il milione di profili violati. Al quinto posto il Messico, con poco piu’ di 700.000 profili, quindi il Canada con 622.000, l’India con 580.000, il Brasile con 440.000, il Brasile con 443.000, il Vietnam con 427.000, l’Australia con 411.000.

Intanto, l’amministratore delegato di Facebook ha scaldato i muscoli in vista della sua testimonianza al Congresso americano, prevista l’11 aprile prossimo. In una call organizzata ieri con i giornalisti, Mark Zuckerberg ha forse fatto il mea culpa più diretto per gli abusi che ci sono stati sul social network, inclusi quelli di Cambridge Analytica: è stato fatto un “errore enorme” nel non concentrarsi a sufficienza su quei rischi. E se i legislatori a Capitol Hill – invitandolo a presentarsi personalmente – credevano che fosse lui la persona più adatta a fornire spiegazioni, Zuckerberg è convinto di essere ancora la persona giusta per guidare l’azienda come Ceo: “Credo che la vita stia nell’imparare dagli errori e capire cosa serve fare per andare avanti”.

Altro mea culpa di Zuckerberg

E dopo che un investitore istituzionale ha fatto pressing perché lui lasci la presidenza del consiglio di amministrazione, Zuckerberg ha detto “Non che io sappia” a chi gli aveva chiesto se il board stesso stava prendendo in considerazione una tale mossa. Dopo avere rotto il silenzio con un “abbiamo sbagliato” il 21 marzo scorso, lasciando passare cinque giorni dallo scoppio dello scandalo Cambridge Analytica, Zuckerberg ha parlato ore dopo la revisione al rialzo da parte dell’azienda del numero di utenti di cui la società di dati londinese ha “condiviso impropriamente” le informazioni senza il loro consenso. Si è passati a un massimo di 87 milioni dagli 50 milioni indicati dal New York Times e del britannico Observer quando per primi diedero notizia delle attività di Cambridge Analytica, usata anche dalla campagna elettorale di Donald Trump. Nella call, il 33enne ha parlato di Facebook come di un’azienda “idealista e ottimista” che “non si è concentrata a sufficienza sul prevenire gli abusi”.

Zuckerberg ha fatto anche un altro mea culpa per quando – successivamente alle elezioni presidenziali del novembre 2016 – sottovalutò nettamente l’impatto delle fake news in circolazione sulla piattaforma che alla fine del 2017 vantava oltre 2 miliardi di utenti attivi mensilmente. Il Ceo ha confermato che il gruppo ha più di 15.000 persone dedicate alla sicurezza; entro fine 2018 arriveranno a 20.000. La call è stata organizzata dopo che in giornata Facebook aveva aggiornato le sue Condizioni d’uso e la sua Normativa sui dati, “per spiegare meglio” quali dati raccoglie e come li utilizza sul social ma anche su Instagram e Messenger.

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