Questa mattina, su proposta del Promotore di Giustizia, il Giudice Istruttore del Tribunale dello Stato della Citta’ del Vaticano ha emesso un mandato di cattura a carico di monsignor Carlo Alberto Capella. Il provvedimento e’ stato eseguito dalla Gendarmeria Vaticana. L’imputato e’ detenuto in una cella della caserma del Corpo della Gendarmeria, a disposizione dell’autorita’ giudiziaria. L’arresto giunge al termine di un’indagine del Promotore di Giustizia. Il Giudice Istruttore ha ordinato il provvedimento sulla base dell’articolo 10, commi 3 e 5, della legge VIII del 2013.L’arresto e’ stato proposto dal promotore di giustizia della Citta’ del Vaticano, professor Gianpiero Milano, a seguito delle denuncia arrivata per via diplomatica dal Governo degli Stati Uniti a carico di un prelato italiano, monsignor monsignor Carlo Alberto Capella, di origine emiliana, fino al 2015 in servizio in Segreteria di Stato come officiale della Sezione per i Rapporti con gli Stati.
Vaticano prevede dal 2013 il reato di pedopornografia
In questa veste aveva partecipato alla sottoscrizione della Convenzione fiscale con lo Stato italiano. E successivamente inviato come secondo segretario a quella prestigiosa sede diplomatica che e’ la Nunziatura Apostolica a Washington. Nella capitale Usa avrebbe compiuto i suoi reati, anche se vi sono rapporti su di lui con accuse analoghe arrivati anche dal Canada. Il promotore di giustizia ha aperto il fascicolo dopo che lo scorso 21 giugno il Dipartimento degli Stati Uniti aveva notificato il possibile reato. Attualmente il sacerdote indagato e’ stato richiamato in Vaticano, ospitato presso il Collegio dei Penitenzieri. Il reato di pedopornografia e’ previsto dalla Santa Sede nella legge numero VIII del 2013.
La legge – che introduce modifiche al codice di diritto penale per diverse tipologie di reato, – tratta del reato di pedopornografia negli articoli 4, 10 e 11, che riguardano definizione del reato, atti di pedopornografia e detenzione di materiale pedopornografico. “E’ una questione grave. Speriamo che la Santa Sede fornisca maggiori dettagli”, aveva auspicato al momento della denuncia il capo della Conferenza episcopale americana, Cardinale Daniel DiNardo. Le notizie delle indagini prima ed ora dell’arresto hanno suscitato scalpore e sconcerto visto che si tratta di un prete non di secondo piano nella gerarchia della diplomazia vaticana, per giunta nella importante nunziatura presso gli Stati Uniti.