Il raid aereo compiuto nella notte da Stati uniti, Francia e Gran Bretagna contro presunte installazioni militari chimiche in Siria ha provocato reazioni favorevoli e contrarie in tutto il mondo. Di seguito le principali prese di posizione di Stati e organizzazioni:
RUSSIA – “È stato compiuto un colpo di Stato contro la capitale di uno Stato sovrano che ha cercato per molti anni di sopravvivere nel mezzo di un attacco terroristico”, ha scritto su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. “Avevamo avvertito che tali azioni avrebbero avuto conseguenze”, ha affermato l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov. La “brutale aggressione” degli occidentali aveva come “obiettivo principale quello di ostacolare il lavoro del team dell’Opac che avrebbe iniziato le indagini oggi su un presunto attacco chimico in Siria”, ha riferito da parte sua il ministero degli Affari Esteri russo. Il ministro Sergey Lavrov, d’altra parte, ha definito il raid “inaccettabile e illegale”.
SIRIA, ASSAD – Il presidente siriano Bashar al Assad ha detto che il raid lo ha reso ancora più determinato a “combattere il terrorismo” nonostante questa “aggressione”.
IRAN – “L’attacco di stamattina contro la Siria è un crimine e dichiaro francamente che il presidente americano, il presidente francese e il primo ministro britannico sono dei criminali …
non otterranno nulla e non trarranno alcun beneficio” ha detto il leader supremo della Repubblica islamica d’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei.
ISRAELE – “L’anno scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che l’uso di armi chimiche equivaleva a violare una linea rossa”. I raid sono la “conseguenza”. “La Siria continua le sue azioni mortali”, ha detto un funzionario israeliano.
TURCHIA – I raid sono una risposta “appropriata” al presunto attacco chimico di Duma, “chiunque sia l’autore, deve pagare il prezzo”, ha spiegato il presidente Recep Tayyip Erdogan.
CINA – La Cina si è detta “costantemente contraria all’uso della forza nelle relazioni internazionali” dopo i raid in Siria da parte di Stati Uniti, Francia e Regno Unito, e ha invitato questi paesi “a tornare al quadro del diritto internazionale e a risolvere la crisi attraverso il dialogo e la negoziazione”.
UNIONE EUROPEA – Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha detto che l’Ue è impegnata a “sostenere i suoi alleati dalla parte della giustizia”, sottolineando che “il regime siriano non può continuare questa tragedia umana”. Dopo l’uso di armi chimiche “odiose”, la comunità internazionale deve “identificare e chiedere conto” ai responsabili e la Siria ha bisogno di una “soluzione politica negoziata” attraverso il processo di Ginevra dell’Onu, ha precisato invece il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
GERMANIA – “Sosteniamo il fatto che i nostri alleati americani, britannici e francesi (…) si siano assunti le loro responsabilità”, ha detto la cancelliera Angela Merkel.
ITALIA – L’attacco di Stati uniti, Francia e Regno unito rappresenta una risposta “motivata con l’uso di armi chimiche”, ha spiegato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha chiesto di evitare “un’escalation” della crisi.
SPAGNA – La Spagna ha accolto con soddisfazione “la risposta legittima e proporzionata” alle “atrocità” del presunto attacco chimico del 7 aprile. “Un attacco con armi chimiche è un crimine contro l’umanità”, ha sottolineato il primo ministro Mariano Rajoy.
PORTOGALLO – Il Portogallo “comprende le ragioni e l’opportunità di questo intervento militare” contro “le forme di guerra che l’umanità non può tollerare”, ha reso noto il ministero degli Affari Esteri portoghese.
GRECIA – La Grecia “appoggia gli sforzi per sradicare” le armi chimiche, ma chiede “un immediato contributo alla de-escalation” in Siria: “la diplomazia deve tornare alla ribalta”, ha spiegato il ministero degli Affari Esteri.
QATAR – Il Qatar ha espresso il suo “sostegno” alle operazioni militari occidentali. “L’uso continuato da parte del regime siriano di armi chimiche contro i civili, che sono colpiti indiscriminatamente, richiede un’azione immediata da parte della comunità internazionale”.
ARABIA SAUDITA – L’Arabia saudita “dà pieno appoggio ai raid …
poiché rappresentano una risposta ai crimini del regime siriano”, ha reso noto il ministero degli Affari Esteri.
IRAQ – Gli attacchi occidentali in Siria “offrono al terrorismo un’opportunità di sviluppo dopo essere stati distrutti in Iraq e in gran parte respinti in Siria”, ha precisato il ministero degli Affari Esteri iracheno.
ALGERIA – L’Algeria “non può che rammaricarsi” dei raid, in un momento in cui l’intera comunità internazionale stava aspettando l’invio di una commissione d’inchiesta per verificare queste informazioni sull’uso di armi chimiche, che l’Algeria denuncia”. “Era necessario attendere prima la commissione d’inchiesta”, questi raid “peseranno negativamente sulla dinamica di una soluzione politica della crisi siriana”, ha insistito il primo ministro algerino Ahmed Ouyahia.
EGITTO – L’Egitto ha espresso la sua “profonda preoccupazione per l’escalation militare in corso sulla scena siriana”, che “minaccia gli accordi raggiunti” ed ha esortato la comunità internazionale e le grandi potenze a trovare una “soluzione pacifica alla crisi siriana”, assicurando “l’accesso agli aiuti umanitari per le persone intrappolate e colpite dal conflitto armato”.
NATO – La Nato ha espresso il proprio “sostegno” alle “azioni intraprese da Stati Uniti, Regno Unito e Francia contro gli impianti e le capacità delle armi chimiche del regime siriano”, ha affermato il segretario generale Jens Stoltenberg.
ONU – Il segretario generale delle Nazioni unite ha chiesto agli Stati membri di “esercitare moderazione in tali circostanze pericolose” ed “evitare qualsiasi azione che potrebbe portare a un’escalation e peggiorare le sofferenze del popolo siriano”. askanews