Roma rifiuta, Torino acchiappa. Due città a guida Cinque stelle che manifestano quella politica schizofrenica portata avanti da Beppe Grillo prima, e da Luigi Di Maio ora. E che ha messo all’angolo, Virginia Raggi, e sul podio, Chiara Appendino. La prima, sindaca di Roma, lascerà nella storia della Città Eterna una profonda cicatrice avendo rifiutato uno dei più grandi eventi sportivi al mondo, qual è quello dei Giochi Olimpici, e in particolare l’edizione 2024 (Parigi, ringrazia!). L’ex praticante dello studio legale di Cesare Previti, ha rifiutato 1 miliardo e 700 milioni di euro, dando un colpo letale all’economia della Capitale che poteva campare di rendita almeno per un decennio. Ma di ciò, la Raggi, sembra non avere consapevolezza politica, avendo affermato che “Roma ce la fa anche senza le Olimpiadi”. La seconda, sindaca di Torino, la consapevolezza politica sembra avercela, eccome. Infatti, in barba a tutto e a tutti, l’Appendino s’è lanciata a capofitto per acchiappare i Giochi invernali del 2026 e portarli a Torino. Ha giocato d’anticipo, la sindaca, obbligando finanche il comico genovese e il capo politico pentastellato, ad avallare la sua decisione. Non solo, l’Appendino ha spaccato pure la maggioranza pentastellata pur di agguantare “l’osso”.
E così, la sindaca ha preso carta e penna per manifestare al Coni l’interesse della Città a ospitare la manifestazione sportiva mondiale. Giovanni Malagò accoglie la proposta della prima cittadina. “Prendiamo atto, con soddisfazione, della lettera del Coni, che permetterà a Torino di accedere alla fase di dialogo con il Cio”, dichiarava l’Appendino dopo aver ricevuto la missiva del Comitato olimpico. La consapevolezza politica, l’Appendino, ce l’ha. A tal punto che proponendo la sua città a ospitare i Giochi Olimpici 2026, ha di fatto affrancato la politica grillina da certi pregiudizi ideologici di cui è rimasta ancora intrappolata la Raggi. Ma anche lei, piano piano, inizia a slegarsi. Un flebile segnale, la Formula E. Ma per la città di Roma, è già tardi.