Si gioca sulle tecnologie di riconoscimento del linguaggio e del machine learning la competizione sui “maggiordomi” digitali in auto. Quindi, non forniranno più soltanto mappe e meteo, ma saranno in grado di riconoscere il “linguaggio naturale”, ovvero le frasi spontanee con cui ci esprimiamo normalmente (“Sabato esce l’ultimo film di Tarantino, mi trovi dove lo danno? Un cinema con parcheggio magari”), e di apprendere dall’esperienza grazie ad algoritmi di machine learning, adattandosi alle abitudini del conducente (“Aria condizionata come al solito, grazie”). È qui che si gioca la gara tra sistemi concorrenti: da un lato i software delle aziende automotive, dall’altro le tecnologie messe a punto dai colossi di Internet, molto abili nel creare prodotti facili da usare e dalle mille funzionalità subito pronte per il mercato. Due nomi per tutti: Google e Amazon. Sono aziende che in apparenza non hanno nulla a che vedere con le auto, ma che ricercano e sviluppano a ritmi serrati prodotti basati sull’intelligenza artificiale. Guardiamo al caso di Seat.la casa automobilistica spagnola si è ritagliata un ruolo da protagonista all’interno del gruppo Volkswagen e della connettività in auto facendo da pioniere nell’integrazione dei sistemi Apple CarPlay e Android Auto di Google; ora offre sia l’assistente digitale di Google (Assistant) sia la app musicale Shazam di proprietà di Apple. Alcune case automobilistiche preferiscono sviluppare i loro assistenti digitali facendo a meno di Google & le altre. Mercedes-Benz ha creato il suo sistema avanzato di infotainment MBUX (Mercedes Benz Users Experience) sfruttando le tecnologie del fornitore Nuance.
Molte case automobilistiche già commercializzazo la piattaforma Dragon Drive
MBUX, che la casa tedesca ha definito la più potente e versatile interfaccia uomo-macchina sul mercato, è in grado di capire e parlare 30 lingue: basta interrogarlo, pronunciando “Hey Mercedes” e MBUX risponde a qualsiasi domanda e richiesta, dall’indirizzo di un ristorante o di un cinema, anche a migliaia di chilometri di distanza, alle previsioni del tempo o del traffico. L’azienda americana Nuance fornisce all’industria automotive la piattaforma Dragon Drive per il riconoscimento vocale con intelligenza artificiale che viene usata anche da Audi, Bmw, Toyota, Ford, GM, Gruppo Psa, per un totale di circa 200 milioni di veicoli su strada che sfruttano questi sistemi per auto che ascoltano e parlano, aumentando anche la sicurezza di bordo (“Rispondi a Marco, ora sto guidando” oppure “Blocca lo sportello anteriore”). “Ehi Siri”, “Ok Google”, “Ciao Cortana”, eccoci proiettati nello schieramento opposto, quello degli assistenti digitali sviluppati dalle grandi aziende di Internet e dei prodotti consumer: Siri di Apple, Google Assistant, Cortana di Microsoft. Inseriti nei sistemi infotainment dei veicoli (principalmente con Apple CarPlay e Android Auto), diventano il compagno di viaggio dell’automobilista capace di rispondere alle sue domande e risolvere i suoi problemi, forti della batteria di prodotti della loro casa-madre, per esempio le mappe di Google o i negozi di applicazioni mobili di cui sono pieni sia lo store di Google che quello di Apple.