Blue Origin, secondo test suborbitale per la Crew Capsule 2.0

3 maggio 2018

L’era del turismo spaziale è sempre più vicina. La compagnia spaziale americana privata Blue Origin che fa capo a Jeff Bezos, il patron di Amazon, il 29 aprile 2018 ha effettuato il secondo test della Crew Capsule 2.0, la capsula destinata a trasportare nello Spazio un equipaggio di 6 persone per un volo suborbitale di circa 7 minuti oltre la linea di Karman, il confine convenzionale di 100 Km d’altezza che separa la Terra dal Cosmo. A bordo, stavolta, non c’era alcun passeggero in carne ed ossa ma Skywalker, il manichino che prende il nome dal protagonista di Star Wars, usato per effettuare le prove di lancio. La capsula è partita dalla base di Van Horn, in Texas in cima al razzo New Shephard che, dopo averla rilasciata alla quota stabilita è riatterrato come previsto.

Il modulo con a bordo Skywalker, invece, dopo il volo parabolico durante il quale i futuri passeggeri potranno osservare la Terra dalle ampie finestrature e provare l’emozione di galleggiare in assenza di peso per qualche minuto, è tornata a terra appesa ai paracadute, atterrando assistita dai razzi che hanno attutito l’impatto, proprio come accade con le navette Soyuz che portano gli astronauti in orbita. In occasione di questo secondo test, sulla Crew Capsule c’erano anche degli esperimenti scientifici dell Agenzia spaziale tedesca, della Nasa e di un azienda privata americana. Se tutto procederà come si spera, Bezos è certo di poter iniziare i primi voli spaziali turistici entro il 2019.

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