Berlusconi minaccia rottura e attacca Salvini: siamo lontani

Berlusconi minaccia rottura e attacca Salvini: siamo lontani
Silvio Berlusconi
18 maggio 2018

Con la pubblicazione ufficiale del “Contratto per il governo del cambiamento” fra Lega e M5s, sottoposto oggi al voto on line degli attivisti stellati e nel fine settimana al giudizio degli elettori nei gazebo del Carroccio, le trattative per la formazione del nuovo esecutivo entrano nella fase finale, che dovrebbe portare finalmente a un accordo anche sui nomi del premier e dei ministri da proporre al presidente della Repubblica. Ma la mattinata è segnata dal divampare dello scontro nel centrodestra, con Silvio Berlusconi che “scarica” l’alleato padano e si offre come leader di un governo del centrodestra. A suo giudizio un governo di centrodestra potrebbe avere la maggioranza per andare avanti “anche per cinque anni”. E Mattarella ci dovrebbe pensare. “Io – dice – sono assolutamente disponibile e credo che non c’è nessun candidato paragonabile a Silvio Berlusconi, non hanno nessuno che ha la competenza e l’esperienza di poter fare il premier”. Il presidente di Forza Italia risponde con un sibillino “in questo momento su quel tavolo c’è molta distanza” a una domanda che sulle distanze fra lui e Matteo Salvini. “Salvini – avverte – non ha parlato a nome della coalizione al tavolo, ha sempre e soltanto parlato a nome proprio e della Lega. La coalizione con un programma comune è assolutamente altra cosa e non ha nulla a che vedere con il Movimento 5 stelle”.

Berlusconi: “Ci sono molti punti che sono l’opposto di quelli del nostro contratto del centrodestra”

Anzi, “la preoccupazione è molto forte, molto profonda, perché ci sono molti punti che sono l’opposto di quelli del nostro contratto del centrodestra”, afferma annunciando che sarà convocato il Comitato di presidenza di FI per un esame approfondito. Parlando quasi in contemporanea, il segretario leghista replica a distanza su Facebook magnificando i risultati della trattativa con il M5S e rivendicandone la coerenza con il messaggio sottoposto agli elettori il 4 di marzo. “Giorni e notti di lavoro, tanti punti del programma della Lega e del centrodestra in questo ‘contratto di governo’: dalla sicurezza alle pensioni, dall’immigrazione al lavoro, dalla legittima difesa alla Flat Tax, dalla chiusura dei campi Rom agli asili gratis per le famiglie italiane, dall’Autonomia delle Regioni alla chiusura delle cartelle di Equitalia. Basta – tuona Salvini – bugie di giornali e tivù, ecco la realtà: vi piace??”. Sul fronte della chiusura reale della trattativa, però, resta lo scoglio non secondario dei nomi. Salvini ha più volte ribadito il no a Di Maio capo del Governo e la richiesta pregiudiziale del Viminale, per gestire a nome della Lega “i rimpatri dei clandestini” e la politica per la sicurezza.

Ancora ‘distanze’ tra Salvini e Di Maio

Un messaggio rivolto ai suoi interlocutori a 5 stelle ma forse anche al Quirinale, che i leghisti vedono freddo sull’ipotesi di un ministero così delicato affidato al loro leader. “Non rispondo su premier, vicepremier e ministri. Sarete aggiornati nelle prossime ore”, dice ai giornalisti che lo interrogano. Continua invece a diffondere messaggi in tono più ottimista Luigi Di Maio, tenendo aperta anche la via della soluzione preferita dai 5 stelle nonostante i reiterati rifiuti dell’altro contraente del patto: “Non so se farò il premier, ma il vero leader, il programma, andrà al governo del Paese”, rivendica. “Speriamo che il governo del cambiamento possa partire la prossima settimana”, dice ancora il capo politico del M5S difendendo anche la sua gestione del negoziato. “L’Spd in Germania – sottolinea – ha fatto votare gli iscritti con un meccanismo cartaceo anche abbastanza complesso. Noi possiamo votare in poco tempo e questo ci rende molto più smart. Quando il contratto lo fanno i tedeschi sono statisti quando lo fanno M5s e Lega è una pagliacciata, se l’Spd fa votare è democrazia quando consultiamo noi è populismo”.

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