Sono ventuno i comuni della Toscana dove il prossimo 10 giugno si terranno le elezioni amministrative per scegliere i sindaci e rinnovare i consigli comunali. Oltre ai tre comuni capoluogo di provincia (Pisa, Siena e Massa), si recheranno alle urne anche gli elettori di tre comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti. Si tratta di Campi Bisenzio (Firenze), Pescia (Pistoia) e Pietrasanta (Lucca). In quest’ultimo comune si votera’ dopo che il precedente sindaco – il forzista Massimo Mallegni – si e’ dimesso per potersi candidare al Senato alle ultime elezioni politiche (e dove e’ stato eletto).
In due comuni si votera’ invece per la prima volta in assoluto perche’ frutto di fusioni territoriali. Si tratta di Laterina Pergine Valdarno (Arezzo) nato dall’unione di Laterina e Pergine Valdarno, e di Rio, il nuovo comune dell’Isola d’Elba in cui si sono fusi Rio Marina e Rio nell’Elba. Gli altri comuni nei quali si votera’ (tutti sotto i 15mila abitanti) sono Capolona e Caprese Michelangelo (Arezzo), Impruneta e Marradi (Firenze), Gavorrano, Magliano in Toscana, Monte Argentario e Semproniano (Grosseto), Capraia Isola (Livorno), Montecatini Val di Cecina e Santa Maria a Monte (Pisa), Ponte Buggianese (Pistoia) e Poggio a Caiano (Prato).
PISA, DOPO DUE LEGISLATURE SI CERCA SOSTITUTO DI FILIPPESCHI A Pisa, dove dopo due legislature non potra’ ripresentarsi l’attuale sindaco Marco Filippeschi (Pd), si sfideranno dieci candidati, ventidue liste e 611 aspiranti consiglieri comunali. Qui la corsa per guidare la citta’ della Torre pendente sembra essere fra Andrea Serfogli (Pd piu’ altre tre liste civiche di centrosinistra), Michele Conti (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) e Gabriele Amore (Movimento 5 Stelle). In una citta’ fino ad ora sempre “rossa”, Serfogli – assessore uscente al bilancio della giunta Filippeschi – rischia di scontare le divisioni della sinistra che presenta altri quattro candidati di area (Paolo Casole per il partito comunista, Simonetta Ghezzani per Sinistra italiana, Veronica Marianelli per il partito socialista e Ciccio Auletta per Rifondazione comunista e altre due liste civiche). Il centrodestra si presenta invece unito ma a trazione leghista, puntando su Michele Conti, 48 anni, direttore del Consorzio agrario provinciale e spera di poter contare sull’effetto domino della recente vittoria del Carroccio nella vicina Cascina. Terzo incomodo e’ invece Gabriele Amore, 44 anni, avvocato, candidato per il Movimento 5 Stelle scelto in extremis dai vertici grillini senza fare ricorso a consultazioni online e proprio per questo non gradito a tutte le anime dei pentastellati pisani. Al primo turno si presenteranno anche Antonio Veronese, Raffaele Latrofa e Maria Chiara Zippel, tutti espressione di liste civiche. A Siena, invece, e’ caccia ‘aperta’ ai voti di M5S e dei contradaioli. Ma non solo.
SIENA, FUORI M5S, VERTICI NON HANNO AUTORIZZATO LA LISTA A Siena citta’, unico comune della provincia dove si torna alle urne non si presenteranno due formazioni politiche: i Cinque Stelle, perche’ i vertici del movimento non hanno dato l’autorizzazione ai militanti della Citta’ del Palio all’uso del simbolo e ai Leu. Ecco dunque che sulla piazza elettorale ci sono poco piu’ di settemila voti senza un porto sicuro. Mentre se per Leu si puo’ pensare che una parte di quei voti possano andare un po’ alla lista Sinistra per Siena, sostenuta da Potere al popolo, e un po’ al Pd, molto incerta e’ invece la destinazione dei voti dei Cinquestelle. Dal movimento, a partire dall’ex candidato sindaco Luca Furiozzi, non arrivano indicazioni su quale lista e candidato votare, tra i nove concorrenti alla carica di primo cittadino. Nella campagna elettorale cittadina c’e’ anche molta attenzione al mondo delle contrade, dove la ricerca dei voti non e’ rivolta ufficialmente alle diciassette contrade come istituzioni ma ai singoli contradaioli, molto attaccati alla loro tradizione. I vari candidati, cercando peraltro di non irritare il mondo delle contrade che non gradisce intrusioni dirette della politica, nei loro interventi parlano molto del palio e dei suo antichissimi riti e convenzioni, per arrivare agli aspetti tecnici e alle moderne regole. Tutti temi molto sentiti a Siena e per questo oggetto nel corso dell’anno anche di forti polemiche e scontri.
La campagna elettorale senese che tuttavia sul nastro di partenza nove candidati sindaci, (e ben diciotto liste), otto uomini e una donna, Nadia Maggi, ex professoressa italiano, alla sua prima esperienza politica. Bruno Valentini, il cui punto di forza politico e’, agli occhi dei senesi, la sua determinazione per la conferma della candidatura nonostante la contrarieta’ di una parte consistente del suo partito, il Pd. Il sindaco uscente, nell’area piu’ vicina se la dovra’ vedere con Alessandro Pinciani, che non avendo gradito la sua conferma, e’ uscito dal Pd e si e’ candidato sindaco, forte dell’appoggio dell’area che fa capo all’associazione Confronti di cui e’ leader Alberto Monaci, gia’ presidente del consiglio regionale della Toscana. E con Davide Chiti in buoni rapporti con il consigliere regionale toscano Stefano Scaramelli, spesso su posizioni contrastanti con Valentini. All’estrema sinistra non gli fa sconti Alessandro Vigni, candidato della lista Sinistra per Siena, nella passata consiliatura all’opposizione. Alla sua destra c’e’ un’area presidiata dall’avvocato Luigi De Mossi, che si dice civico, ma molto appoggiato Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia che puntano a un ribaltone, sperando anche sui voti di Casapound (551 alle recenti politiche), per togliere la guida della la citta’ ad un centrosinistra che l’ha governata fin dal dopoguerra.
E da un altro avvocato, Massimo Sportelli, molto noto nel mondo del palio, come De Mossi all’esordio in politica, sostenuto da ben cinque liste che vanno da una destra moderata ad una sinistra altrettanto moderata. Sportelli e De Mossi sono uniti in una dura critica a Valentini ma tra di loro c’e’ polemica forte perche’ pescano piu’ o meno nel medesimo elettorato. In particolare Forza Italia ha attaccato molto l’ex consigliere regionale Claudio Marignani, uscito da tempo dal partito, non candidatosi consigliere ma molto attivo. Infine punta ad uno dei due posti del ballottaggio l’ex sindaco Pier Luigi Piccini forte della sua esperienza. Qualora non dovesse farcela, potrebbe trovare un accordo con lo stesso Valentini sulla gestione delle politiche culturali della citta’, a partire dalla direzione del museo Santa Maria della Scala.
MASSA, IN CAMPO 9 ASPIRANTI SINDACI E 719 PER IL CONSIGLIO Si preannuncia battaglia anche a Massa, dove saranno in nove a cercare di sbarrare la strada al sindaco Alessandro Volpi (Pd) che invece cerca la riconferma dopo il primo mandato. Anche qui si sfidera’ nelle urne un vero e proprio esercito di 719 aspiranti consiglieri comunali suddivisi in ventiquattro liste. Alessandro Volpi, candidato ufficiale del Partito democratico, potra’ contare sul sostegno di ben sette liste, ma questo non vuol dire che avra’ con se’ tutto il centrosinistra unito. A contrastarlo ci saranno infatti anche Nicola Cavazzuti (Potere al popolo), Marco Bondielli (Partito comunista) e Andrea Biagioni (Area 2018), ma anche Sergio Menchini, che inizialmente sembrava doversi candidare alle primarie del centrosinistra ma che poi ha deciso di correre autonomamente con l’appoggio di quattro liste civiche.
Compatto e’ invece il centrodestra con Francesco Persiani, avvocato e presidente della Camera penale, che correra’ sotto le insegne di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e di due liste civiche. Dopo l’exploit dello scorso anno nella vicina Carrara, il Movimento 5 Stelle punta adesso a conquistare anche Massa. E per farlo si affida a Luana Mencarelli, consigliere comunale uscente, scelta all’unanimita’ dalla base grillina. In corsa per la poltrona di sindaco anche Pierpaolo Bertilorenzi e Lorenzo Pascucci, entrambi appoggiati da liste civiche, e Francesco Mangiaracina che invece e’ sostenuto da Casapound.