E spunta una foto di Salvini con il cardinale conservatore Burke

E spunta una foto di Salvini con il cardinale conservatore Burke
Il cardianale Leo Burke, Matteo Salvini
18 giugno 2018

Che si conoscessero e si stimassero è cosa nota. Il cardinale Raymond Leo Burke e il leader della Lega Matteo Salvini, però, si sono anche incontrati di recente. A pubblicare su Twitter in questi giorni una foto della calorosa stretta di mano è il giornalista Fabrio Marchese Ragona. Proprio con il cronista, in un’intervista al Giornale, Burke, statunitense trapiantato dal 2008 a Roma, commentò positivamente l’elezione di Donald Trump. “Adesso la speranza è che l`America, con questo nuovo presidente possa ritrovare una buona strada da percorrere”, disse il porporato.

Il feeling con il mondo trumpiano (e l’antipatia con i Democratici), del resto, non era nuovo. Ben prima di diventare il primo consigliere e stratega in capo di Donald Trump, Steve Bannon – grande estimatore dell’alleanza tra Lega e movimento cinque stelle – aveva esposto la sua visione del mondo, nell’ormai lontano 2014, in collegamento skype con un convegno in Vaticano dell`istituto Dignitatis Humanae, think tank conservatore il cui comitato consultivo è presieduto appunto dal cardinale Burke. Così come non è nuova la stima del mondo leghista nei confronti del porporato, come certificato nel 2016 dall’intervista nella quale il cattolico Lorenzo Fontana, oggi ministro per la Famiglia, rispondeva così alla domanda se gli piacesse Papa Francesco: “Diciamo che preferisco il cardinale Burke”.

Tantomeno è nuova la distanza tra il cardinale Burke e il Pontefice argentino. Il porporato statunitense è capofila dell’opposizione a Francesco ed è il promotore dei dubbi (“dubia”, in latino) nei confronti delle aperture bergogliane in materia di pastorale famigliare. Avvenire, il quotidiano della Cei piuttosto critico sulla gestione dell’immigrazione da parte del governo giallo-verde, ha publicato venerdì una lettera di Burke che protesta per un articolo nel quale gli si attribuisce di avere detto, ad un convegno a Roma (lo ha detto, in realtà, in una distinta intervista) che è come se la Chiesa oggi “stesse attraversando il tempo dell`Anticristo”. Burke chiede una rettifica “al fine che possa esser indubbio che il quotidiano di ispirazione cattolica da lei diretto, non approvi, sia pur implicitamente – Dio non voglia! – questi attacchi alla mia persona e, attraverso me, alla Chiesa cattolica”.

Nella replica, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, scrive, tra l’altro: “Usando il suo stesso metro, però, mi chiedo a mia volta pubblicamente come si potrebbero allora definire certe critiche asfissianti e senza fondamento, certi enfatizzati ‘dubbi’ che su media vecchi e nuovi vengono agitati senza carità e senza verità, certi attacchi persino volgari che – anche usando le parole di quella sua intervista a tutt`oggi non smentita – vengono portati contro Francesco, che della Chiesa è il Papa. Chi si scuserà per aver alimentato, anche attraverso una ‘rete ‘arcigna e ciarlier (è il titolo dell’articolo di Gennari, ndr.) distesa attraverso internet, confusione e divisione nella Chiesa e contro il Successore di Pietro? Chi riparerà, e come?”. Domanda per ora senza interrogativo. Ma di certo Burke è stimato da Salvini, che anche di recente, sul tema dei migranti, ha preferito citare, anziché Papa Francesco, Papa Benedetto. Un Pontefice, Joseph Ratzinger, che a sua volta incorse negli strali del cardinale Burke, quando, in un noto libro-intervista, prospettò la possibilità, teorica, di ammettere l’uso dei preservativi. Ratzinger non era ratzingeriano. Ma questa, almeno in parte, è un’altra storia. askanews

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