Conte da Merkel, la lotta alla povertà ha la priorità come migranti

18 giugno 2018

Dallo staff di Giuseppe Conte lo dicono chiaramente: “Per noi la lotta alla povertà, con il reddito di cittadinanza, è una questione essenziale, almeno quanto l’immigrazione”. E allora ecco che nell’agenda europea del presidente del Consiglio irrompe la questione: affacciata da fonti di governo in giornata, poi confermata dallo stesso premier nelle dichiarazioni alla stampa prima del bilaterale con Angela Merkel a Berlino. “Nel prossimo Consiglio Ue – annuncia Conte – faremo pesare la nostra voce per orientare i fondi europei verso misure di sostegno a favore dell’inclusione sociale” come appunto il reddito di cittadinanza.

Il giorno dopo il primo sondaggio che vede il MoVimento Cinque Stelle scavalcato nei consensi dell’alleato della Lega, torna dunque prepotentemente – anche nella dimensione europea – il cavallo di battaglia della campagna elettorale M5s. Se nell’incontro all’Eliseo con Emmanuel Macron il tema cardine era stata l’immigrazione, con la virtuale e ingombrante presenza di Matteo Salvini, a Berlino Conte prova dunque ad affiancare alla questione migranti quella della lotta alla povertà. Dallo staff del premier spiegano che la proposta ancora va costruita nei dettagli, ma il senso politico è chiaro: “L’intera Europa dia prova di rinnovata e concreta solidarietà” non solo sul tema migranti ma anche sulla lotta alla povertà, per quei “due milioni e 700mila italiani che sono stati costretti a richiedere aiuto per mangiare, con mense dei poveri e pacchi alimentari: bambini, anziani, senza fissa dimora”.

Per ora da Merkel arriva il riconoscimento che in Italia “c’è un problema di disoccupazione giovanile” e dalla Germania “possiamo dare suggerimenti dalle nostre esperienze con la riunificazione, siamo lieti di poter dare una mano”. Anche se Luigi Di Maio, mentre l’incontro con Merkel è ancora in corso, già canta vittoria: “Sono contento che al vertice con Merkel oggi ci sia stata la disponibilità a discutere di fondi europei che devono andare al reddito di cittadinanza e ai centri per l’impiego”. E che nella comunicazione del governo il reddito di cittadinanza debba trovare – nelle intenzioni dei Cinque Stelle – almeno lo stesso spazio della questione migrante, lo si evince anche dalla dichiarazione sempre di Di Maio sulla questione Rom: “Mi fa piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento, registrazione o schedatura perché se una cosa è incostituzionale non la si puo fare”. E poi la stoccata: “Va bene occuparsi di immigrazione ma prima di tutto dobbiamo occuparci di italiani che non hanno da mangiare”, dice secco il vicepremier M5s.

Quanto all’immigrazione, Conte ha ribadito anche a Berlino che “le frontiere italiane – ha detto il premier Conte – sono frontiere europee: dobbiamo operare tutti insieme con un approccio integrato e multi-livello. Quindi superare Dublino per un approccio solidale, per cui chi mette piede in Italia mette piede in Europa”. Tocca alla Ue “contrastare gli indegni traffici di essere umani, controllare le frontiere esterne e anche i movimenti secondari dei richiedenti asili, senza innescare dinamiche bilaterali e intergovernative che rischiano di condurre alla fine di Schengen”, ha avvertito Conte, che ha ribadito: “Senza un rafforzamento della gestione europea il fenomeno migratorio non può essere governato ed è destinato a rimanere fuori controllo. L’Italia non può restare da sola, e senza adeguati meccanismi di solidarietà che operino una redistribuzione più equa”.

Per il premier “la posta in gioco per l’Europa è altissima, il tema della migrazione e quello della governance economica europea, possono e devono essere l’occasione per costruire un’Europa più forte e più equa che possa rispondere ai bisogni primari dei cittadini”. E sulla governance economica ha precisato: “Bisogna fare avanzare la condivisione dei rischi, tenendo presente che la convergenza in area euro è ancora insufficiente”. Mentre sui nuovi strumenti ipotizzati per la governance economica dell’Eurozona “è essenziale che non sostituiscano con un approccio intergovernativo funzioni attualemente demandate alla Commissione Ue”.

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